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GARANZIA GIOVANI: LA REGIONE STA SBAGLIANDO STRADA

04garanzia giovaniGaranzia Giovani: la Regione sta sbagliando strada.

Non tanto e non solo perché la Regione ha avviato il confronto su Garanzia Giovani con ritardo,

rendendo più difficile e meno fattivo il confronto stesso.

Non tanto e non solo perché la Regione Marche non destina proprie risorse aggiuntive a quelle

previste dal Programma europeo, come hanno fatto ad esempio altre Regioni a partire da quelle

confinanti con le Marche come la Toscana (con ulteriori 18 milioni di euro) e l’Emilia Romagna (con

56 milioni).

Garanzia Giovani parte male perché delinea un’idea di servizi pubblici per l’impiego dei quali viene

marginalizzato il ruolo, con il forte rischio di spreco delle risorse, procedure meno efficienti e

meno rispondenti ai bisogni dei ragazzi che sono la vera priorità di Garanzia Giovani.

Riteniamo che l’uso attento delle risorse sia decisivo e deve andare a beneficio dei ragazzi e dei

servizi loro offerti, razionalizzando l’attività burocratica e propedeutica all’intervento per i giovani

che deve essere il più possibile teso a favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro con concrete

opportunità di lavoro.

Riteniamo inoltre che i Centri per l’Impiego debbano essere il nodo nevralgico da cui far partire

tutte le azioni e la Regione debba fare tutto il possibile affinchè tali strutture vengano messe in

condizioni di operare al meglio.

Le questioni sono due: o si ritiene che i Centri per l’Impiego siano inadeguati e incapaci di gestire

questa partita, e la CGIL non lo pensa, ma in tal caso ci sarebbe una grande responsabilità della

politica e di chi ha governato in questi anni, oppure si usa questo argomento come pretesto per

perseguire scelte politiche diverse e che ci allontanano dal modello perseguito finora nelle Marche,

in Umbria, in Toscana, in Emilia Romagna…

Peraltro, questa impostazione della Regione si è sviluppata senza il necessario e adeguato

confronto e approfondimento con le Province e con i Centri per l’Impiego che hanno già iniziato ad

accogliere i ragazzi.

Alla Regione, di cui non comprendiamo le scelte, poiché non è chiaro se si preoccupa di far

svolgere al meglio i servizi pubblici o piuttosto intende svendere tali funzioni, chiediamo perché

vuole rinunciare a misurarsi su quella che è la sua mission principale: promuovere azioni di

crescita sociale attraverso l’occupazione di qualità. Chiediamo inoltre alla Regione se il personale

dei Centri per l’Impiego sia una risorsa o un peso.

Pertanto, siamo convinti che vada recuperata e salvaguardata l’impostazione inizialmente

proposta dalla Regione nella quale si trovava il giusto equilibrio tra ruolo dei servizi pubblici

per l’impiego e valorizzazione del contributo offerto dalle strutture private accreditate che per

la prima volta inizieranno a operare nelle Marche e che dalla proficua sinergia tra pubblico

e privato, ma con una forte governante pubblica, possano essere garantiti servizi efficienti e

ottimale uso delle risorse disponibili.

Tutto ciò a garanzia dei ragazzi e delle ragazze delle Marche.