Grande attesa al Teatro dell’Aquila per la rappresentazione del Don Giovanni di W.A. Mozart il 31 ottobre con la regia di Graham Vick
Verso il tutto esaurito al botteghino del teatro per il Don Giovanni di Mozart
in programma il 31 ottobre alle ore 21.
Dopo la classicissima Aida firmata da Zeffirelli, cui seguirà una tradizionale
Tosca firmata da Gasparon, il Teatro offre, con la prestigiosa firma di Graham
Vick (vedi scheda biografica), una lettura moderna dell’opera di Mozart.
Una scommessa che il Teatro ha voluto fare, consapevole del livello del
suo pubblico e della alta qualità della coproduzione realizzata con i Teatri
del Circuito Lirico Lombardo, la Fondazione Pergolesi Spontini di Jesi, la
Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano e la Fondazione Teatri
di Reggio Emilia.
La cultura è sempre stimolo alla riflessione e alla critica, e quando questo
avviene con la grande arte e il linguaggio scenico di uno dei maggiori registi
del nostro tempo, è un’occasione da non perdere.
Nel suo Don Giovanni, Vick (vedi note di regia) vuole provocare lo
spettatore, sulle note di Mozart (che già allora voleva essere ed è stato
musicalmente un provocatore per la cultura del tempo) a una riflessione sulla
dissolutezza del Don Giovanni: dissolutezza, prima di tutto, di una cultura che
afferra tutto consumisticamente e tutto usa e getta, anche i rapporti umani,
pensando così di avere ed essere di più, riuscendo invece, al contrario, solo a
rottamare tutto: le relazioni prima e il suo stesso io poi.
È un Don Giovanni che va alla conquista per il solo gusto di aumentare “il
catalogo” (aria di Leporello “Madamima il catalogo è questo”); non ha anima
e responsabilità, e così sprofonda nel nulla, nell’inferno del nulla.
Vick vuole togliere l’Opera dalla muffa di una lettura puramente formale ed
estetica per innestarla nell’attualità di una riflessione sulla dissoluzione nel
nostro tempo, nella nostra cultura. E pare che ci sia riuscito se qualcheduno ha
criticato proprio questo.
La sua colta e raffinata rappresentazione, sebbene parli di dissoluzione con un
linguaggio scenico schietto e moderno, non presenta nulla di inadatto, tanto
più se si pensa a quanto di improprio tanta televisione propina con buona pace
di tutti, genitori compresi, anche durante i pasti familiari.
È proprio quello che Vick ha voluto denunciare.
Per favorire l’approfondimento, il Teatro, come ha già fatto per l’Aida, ha
organizzato presso la Sala Rollina, all’interno dello stesso, due incontri
pubblici (ingresso libero con prenotazione obbligatoria presso la biglietteria):
il primo il 27 ottobre alle 18:00, con i proff Nunzio Giustozzi e Sabrina
Vallesi sul tema:
“Chi son io tu non saprai!” Il Don Giovanni nella tradizione letteraria e nella
dissoluzione dell’arte contemporanea;
il secondo il 30 ottobre sempre alle ore 18:00, con la musicologa Lisa Navach
del Teatro di Como, che ha partecipato con Vick alla costruzione dello
spettacolo, per una guida all’ascolto e un’introduzione all’opera.
Da non perdere infine l’incontro con lo scrittore Vittorino Andreoli, psichiatra
di fama, autore di un recente saggio sulla “Mozarterapia”, in una data che sarà
presto comunicata.