Home

Assuefatti, ma non rassegnati alle vanità e contraddizioni

cipputiSono giorni cupi per il paese eppure sono giorni di annunci squillanti sulla possibile ripresa economica e sul probabile taglio delle tasse. Le forze politiche non solo nel centro destra tendono a dividersi, l’auspicata semplificazione del quadro politico non è neppure all’orizzonte ed anzi ogni occasione è buone per marcare le differenze. Mentre a livello nazionale i partiti o quello che ne è rimasto prendono posizione su questo o su quell’argomento a livello locale le necessità elettorali portano i loro rappresentanti a schierarsi dalla parte opposta. Renzi tuona contro le Provincie, per le quali c’è un progetto di soppressione anche governativo e a livello locale amministratori provinciali e regionali pur facendo riferimento a quel leader si schierano contro il taglio. Il governo lavora sulla spesa per ridimensionarne l’entità e tutta una schiera di amministratori locali sembra non vivere in questo Paese e non percepire la gravità della situazione. Eppure i segnali arrivano, forti e chiari. In Basilicata vince il centro sinistra, ma metà degli aventi diritto al voto non va alle urne, significherà pur qualcosa? Siamo certi che neppure questo segnale sarà valutato nella sua estrema gravità, tanto è distante la classe politica dal Paese reale, ma siamo sicuri che nei prossimi mesi non saranno più sufficienti promesse populistiche ed elettoralistiche per perpetrare questo stato di fatto, l’impoverimento generale, la perdita del potere d’acquisto delle famiglie, l’ulteriore perdita di posti di lavoro uniti al discredito della classe dirigente formeranno un mix wsplosivo in grado di dare un taglio a questo andazzo ed allora privilegi e corruttele finiranno di colpo. Da troppo tempo giungono richiami a maggiore sobrietà e ad un impegno serio per il rilancio difficile ma possibile di questo Paese, eppure si continua ad indicare come antagonisti o avversi i nostri partner europei, in particolare la Germania, quando i veri nemici dell’Italia sono gli italiani, maneggioni, infedeli con il fisco, più abili con le corruttele che con la concorrenza, incapaci della normalità. E’ questo il patrimonio che stiamo lasciando alle nuove generazioni delle quali in parte abbiamo già bruciato il futuro?

ARES