Fermo nazionale dell’ autotrasporto, dal 9 al 13 dicembre: aderisce anche la FITA CNA.
No al taglio del rimborso delle accise sul gasolio da autotrazione; mantenimento delle
risorse economiche stanziate per il settore; riforma e potenziamento dell’albo degli
autotrasportatori a cui assegnare ruoli e funzioni; controlli per la lotta al lavoro nero e
all’illegalità; rispetto della normativa europea sul lavoro in somministrazione transnazionale e
sul cabotaggio.
Sono queste le principali richieste contenute nella piattaforma rivendicativa presentata al
Governo centrale dalla CNA FITA, membro del coordinamento UNATRAS (Unione
Nazionale delle Associazioni dell’Autotrasporto merci) insieme ad Anita, Confartigianato
Trasporti, Conftrasporto e SNA Casartigiani, che hanno annunciato per il prossimo 9
dicembre il fermo nazionale dei servizi di autotrasporto. Lo stato di agitazione si protrarrà
fino alle ore 24.00 del 13 dicembre.
Anche nel nostro territorio l’adesione al fermo si annuncia massiccia e per lo più totale.
Come evidenziato dal Presidente CNA FITA di Fermo, Sandro Capancioni, i costi
di gestione, la concorrenza sleale e la difficoltà di riscossione dei crediti della committenza
rappresentano le principali problematiche del settore: “Si ipotizza che l’adesione al fermo
sarà totale, perché la nuova legge di stabilità tocca i punti vitali dell’autotrasporto, ormai in
ginocchio. Le imprese versano in gravi condizioni, sia sul versante economico-finanziario
che su quello operativo. Basti pensare – spiega Capancioni – che sul totale dei costi di
gestione, la voce relativa al carburante pesa da sola per il 40%; a questo si aggiungono la
riformulazione al ribasso degli sconti sul pedaggio autostradale, la riduzione dei premi
INAIL e la concorrenza sleale praticata dai vettori stranieri. Per non parlare del rebus
riscossioni, a complicare un quadro già molto preoccupante”.
In materia di illegalità e concorrenza sleale, gli autotrasportatori richiedono maggiori controlli
sui vettori stranieri, che lavorando a prezzi stracciati e in condizioni di sicurezza precarie,
riducono la competitività delle imprese italiane e danneggiano l’immagine del comparto.
“Senza dubbio con il fermo proclamato per il 9 dicembre disagi e disservizi per la
comunità saranno molti – sostiene Sandro Capancioni – tuttavia si cercherà di svolgere una
manifestazione pacifica e di non creare tensioni sulla strada. Gli operatori del settore sono
stati invitati ad aderire partecipando alle iniziative organizzate sul territorio e lasciando i
mezzi in sosta all’interno dei piazzali aziendali”.
Fermo, lì 26 novembre 2013 L’Ufficio Stampa