Dissesto idrogeologico: la preoccupazione degli agronomi e forestali
I recenti eventi alluvionali hanno drammaticamente riproposto la necessità di studi e dibattiti mirati alla conoscenza dei fenomeni del dissesto idrogeologico e delle conseguenze che obbligatoriamente devono basarsi su attente analisi e accurate indagini. Fino ad oggi ci si è trovati a dover gestire le emergenze causate da un governo del territorio disordinato e quasi sempre in ritardo. E’ necessario passare ad una politica preventiva, nella gestione del territorio, che si attua attraverso strumenti pianificatori che abbiano come criterio guida la gestione sostenibile del territorio e che venga concepito come risorsa che fornisce dei servizi eco-sistemici e non solo come risorsa da sfruttare.
L’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Ascoli Piceno e Fermo, si mette a disposizione dei vari Enti coinvolti, al fine di portare il proprio contributo non solo nell’ambito del classico campo della difesa del suolo nei suoi più vari settori (opere di difesa idraulico-forestale, sistemazioni idraulico agrarie, verde tecnico, rinaturalizzazione di ambiti degradati, corrette tecniche di coltivazione, ecc.), ma anche e soprattutto nel campo dei servizi eco-sistemici, cercando inoltre indirizzi che consentano l’individuazione di una metodologia di intervento integrato tra le diverse discipline, con una visione olistica del problema, tesa ad attuare misure di mitigazione più idonee al complesso sistema territoriale.
Occorre riaprire il dibattito e l’interesse sui problemi connessi alla difesa e conservazione del suolo anche attraverso mirati interventi nelle aree a maggior rischio. In questo contesto, le attività agro-forestali attraverso pratiche di gestione sostenibile, possono incidere positivamente sul presidio del territorio e sulla prevenzione dei fenomeni di dissesto, tenuto conto che buona parte del nostro territorio è tutt’ora agricolo e forestale. Questo permetterebbe anche di redigere manuali di “buone pratiche” in agricoltura come i Regolamenti di pulizia rurale che, ad oggi, molti Enti non hanno ancora adottato e che hanno come obiettivo quello di contrastare il degrado dei suoli, contenere i fenomeni di dissesto e i loro effetti sulle infrastrutture. Molti dissesti che coinvolgono le rete stradali provinciali e comunali, infatti dipendono proprio dalla mancanza delle buone pratiche agricole dovute anche alla meccanizzazione delle lavorazioni del suolo, alla creazione di sbancamenti, esecuzione di livellamenti, scarsa manutenzione della rete idrografica producendo, di conseguenza, una forte pressione sul suolo e contribuendo alla genesi dei dissesti e degrado.
Bisogna riconoscere l’importanza della divulgazione di pratiche di protezione e di gestione sostenibile, indicando forme e iniziative di contrasto all’abbandono delle zone “marginali” di collina e montagna. Gli interventi devono tenere in considerazione la manutenzione, il ripristino e la corretta funzionalità delle reti di scolo delle acque in aree agricole e urbanizzate; la riforestazione; la gestione e il mantenimento in buono stato di efficienza ecologica del bosco e del suo reticolo idrografico minore.
I recenti eventi alluvionali hanno drammaticamente riproposto la necessità di studi e dibattiti mirati alla conoscenza dei fenomeni del dissesto idrogeologico e delle conseguenze che obbligatoriamente devono basarsi su attente analisi e accurate indagini. Fino ad oggi ci si è trovati a dover gestire le emergenze causate da un governo del territorio disordinato e quasi sempre in ritardo. E’ necessario passare ad una politica preventiva, nella gestione del territorio, che si attua attraverso strumenti pianificatori che abbiano come criterio guida la gestione sostenibile del territorio e che venga concepito come risorsa che fornisce dei servizi eco-sistemici e non solo come risorsa da sfruttare.
L’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Ascoli Piceno e Fermo, si mette a disposizione dei vari Enti coinvolti, al fine di portare il proprio contributo non solo nell’ambito del classico campo della difesa del suolo nei suoi più vari settori (opere di difesa idraulico-forestale, sistemazioni idraulico agrarie, verde tecnico, rinaturalizzazione di ambiti degradati, corrette tecniche di coltivazione, ecc.), ma anche e soprattutto nel campo dei servizi eco-sistemici, cercando inoltre indirizzi che consentano l’individuazione di una metodologia di intervento integrato tra le diverse discipline, con una visione olistica del problema, tesa ad attuare misure di mitigazione più idonee al complesso sistema territoriale.
Occorre riaprire il dibattito e l’interesse sui problemi connessi alla difesa e conservazione del suolo anche attraverso mirati interventi nelle aree a maggior rischio. In questo contesto, le attività agro-forestali attraverso pratiche di gestione sostenibile, possono incidere positivamente sul presidio del territorio e sulla prevenzione dei fenomeni di dissesto, tenuto conto che buona parte del nostro territorio è tutt’ora agricolo e forestale. Questo permetterebbe anche di redigere manuali di “buone pratiche” in agricoltura come i Regolamenti di pulizia rurale che, ad oggi, molti Enti non hanno ancora adottato e che hanno come obiettivo quello di contrastare il degrado dei suoli, contenere i fenomeni di dissesto e i loro effetti sulle infrastrutture. Molti dissesti che coinvolgono le rete stradali provinciali e comunali, infatti dipendono proprio dalla mancanza delle buone pratiche agricole dovute anche alla meccanizzazione delle lavorazioni del suolo, alla creazione di sbancamenti, esecuzione di livellamenti, scarsa manutenzione della rete idrografica producendo, di conseguenza, una forte pressione sul suolo e contribuendo alla genesi dei dissesti e degrado.
Bisogna riconoscere l’importanza della divulgazione di pratiche di protezione e di gestione sostenibile, indicando forme e iniziative di contrasto all’abbandono delle zone “marginali” di collina e montagna. Gli interventi devono tenere in considerazione la manutenzione, il ripristino e la corretta funzionalità delle reti di scolo delle acque in aree agricole e urbanizzate; la riforestazione; la gestione e il mantenimento in buono stato di efficienza ecologica del bosco e del suo reticolo idrografico minore.