Chissà in quale Paese vive Letta
La disoccupazione è oltre il 12%, quella giovanile va anche peggio. Tutte le associazioni di categoria da Confcommercio a alla CGIA di Mestre stanno mettendo in evidenza ogni giorno la desertificazione del tessuto commerciale, artigianale e financo industriale di questo Paese. Il reddito delle famiglie è a picco, la notizia è di oggi e le regioni che vanno peggio sono al nord e al centro. Gli Enti pubblici non riescono a pagare puntualmente i fornitori e le ditte appaltatrici. I comuni sono senza fondi e il governo centrale deve inventarsi imposte per trasferire loro risorse per la sopravvivenza. Eppure in questo quadro, peraltro non esaustivo il premier Letta nei giorni pari e in quelli dispari annuncia la fine della crisi, l’uscita dal tunnel. Ma in quale Paese vive Letta? Quale rassegna stampa gli preparano a Palazzo Chigi? E’ conscio del fatto che in Olanda, paese facente parte dell’Europa, ci sono le sedi delle più grandi aziende italiane, grazie ad un regime fiscale più favorevole? Ha avuto modo di leggere Letta l’intervista del direttore di Equitalia Befera, boiardo di Stato quanto Mastropasqua, pensionato richiamato in servizio per guidare quella società? Befera afferma “il fisco ha necessità di semplificazione, la stratificazione delle norme crea un clima di sfiducia e il ricorso continuo a nuove imposte per sanare il debito pubblico è una pratica incongrua…”. Forse sarebbe il caso per Letta di essere più attento e meno avventato, gli italiani sono allo stremo ed è impossibile che nessuno se ne accorga e corra ai ripari. Anzi, in Parlamento qualcuno si permette anche di bloccare un testo di legge dedicato a mettere un tetto alle pensioni d’oro. Caro Presidente Letta meno ottimismo, più realismo e soprattutto metta mano ai provvedimenti sul lavoro, sul fisco, contro la criminalità, per una previdenza meno opaca, per un credito giusto e equo senza ulteriori favori agli Istituti di credito e finalmente dica la verità agli italiani.
ARES