Caserma di Ascoli sesso e molestie alle soldatesse
Sesso e avances, molestie e ingiurie: nell’aula gup del Tribunale militare va in scena la Caserma Clementi di Ascoli, quella di Salvatore Parolisi e di altri dieci suoi colleghi. È una storia “a luci rosse” nata dopo il delitto della moglie Melania Rea, quando la vita del caporal maggiore è stata setacciata, ed è emersa la sua relazione con l’allieva Ludovica. Ci sono rapporti sessuali che vengono consumati negli ambienti della caserma, soprusi, prevaricazioni, ma anche storie d’amore che nascono e si sviluppano tra un addestramento e l’altro. Parolisi c’è dentro e finisce coinvolto in questa nuova vicenda giudiziaria. A lui viene contestato il reato di violata consegna, perché – ritengono il procuratore militare Marco De Paolis e il pm Antonella Masala, titolari dell’inchiesta – si intratteneva con le allieve a bere, chiacchierare, e chissà che altro ancora. E ieri il gup militare ha deciso di rinviarlo a giudizio disponendo il processo per il 27 maggio davanti alla II sezione penale.
Un’altra rogna per l’uomo già accusato del delitto della moglie e in attesa dell’udienza davanti alla Cassazione. Il suo avvocato Federica Benguardato ha tentato di evitare questo ulteriore guaio giudiziario, «è un eterno imputato», ha detto, quasi a lasciare intravedere un accanimento. Ma il militare dalle 7 mila fans su Facebook e una condanna a 30 anni per omicidio, è stato ugualmente rinviato a giudizio.