LA BIBLIOTECA SVELA “LE CARTE SEGRETE DI SIGISMONDO NARDI”
Il Gabinetto Disegni e Stampe della Biblioteca di Fermo accoglie dal 18 ottobre al 20 novembre
una raffinata, preziosa mostra dedicata al pittore sangiorgese Sigismondo Nardi, attivo tra la fine
dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento nelle Marche, in Trentino, in Abruzzo. La mostra,
curata da Daniela Simoni e Silvia Marani, comprende una serie di schizzi, progetti, disegni, foto,
caricature realizzati dall’artista in diverse fasi del suo percorso e conservati in una cartella presso
la Biblioteca fermana. La vernice sarà venerdì 17 alle 18, coordinerà l’assessore Nunzio Giustozzi.
Se nelle commissioni pubbliche, per lo più di natura ecclesiastica, Nardi si attiene ad un linguaggio
codificato, concedendo molto poco al suo estro creativo, nelle sue carte private, nei taccuini sono
palpabili la sua sensibilità, la sua ironia, la forza del segno che riproduce l’idea. I fogli in mostra
documentano gli esordi romani con Bruschi, le collaborazioni con Mariani e Maccari, studi e
appunti delle molteplici campagne decorative condotte in Trentino Alto Adige e nelle Marche.
Attraverso queste carte si ricostruisce la poliedrica personalità artistica di Nardi, versato nella
pratica dell’affresco come nella tecnica architettonica, nel disegno caricaturale quanto nei soggetti
naturalistici e di tema mitologico. Straordinaria immediatezza hanno una serie di ritratti in fogli
di taccuino realizzati a china, a lapis, a tempera su carta come quello di Domenico Ferri. Ironia e
autoironia guidano la mano di Nardi nella realizzazione di incisive, icastiche caricature tracciate con
velocità e precisione.
Contestualmente all’inaugurazione della mostra sarà presentato il volume “Sigismondo Nardi.
La modernità della tradizione” sempre a cura della Simoni e della Marani, edito da Andrea Livi.
La monografia, fortemente voluta dagli eredi di Nardi Ice Mazzaferro e Paolo Scartozzi, è stata
pubblicata con il contributo fondamentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e
comprende, oltre ai saggi delle curatrici, contributi di Cesare Catà, Guido Giacomuzzi, Stefano
Papetti, Cristina Settembri.
SIGISMONDO NARDI
BIOGRAFIA
Gli estremi biografici di Sigismondo Nardi, 14 marzo 1866 e 24 dicembre 1924, contestualizzano
la sua vicenda esistenziale ed artistica in un’epoca complessa sotto il profilo economico e sociale,
carica di tensioni, di aspettative di modernità e nel contempo di retaggi del passato. La sua arte
ufficiale, prevalentemente al servizio della committenza ecclesiastica, improntata su un purismo
contaminato da innovazioni veriste, la variegata produzione di collezione privata composta
da ritratti, scene di genere, caricature, bozzetti per decorazioni, percorsa da qualche fremito
sperimentale di matrice divisionista o da eleganti linearismi Liberty, si possono collocare in
quell’ambito vago definito dalla storiografia artistica del Novecento “Eclettismo”.
Attraverso la figura di Sigismondo Nardi è possibile leggere uno spaccato dell’epoca. Dopo
l’apprendistato nella bottega fermana di Silvestro Brandimarte, la frequentazione dell’accademia
romana lo ha portato a collaborare ai cantieri pittorici più importanti di quel periodo: con Cesare
Mariani nel duomo di Ascoli Piceno e nella chiesa di S. Maria delle Grazie a Teramo, con Cesare
Maccari nel santuario di Loreto e probabilmente nella Sala Gialla del Senato a Palazzo Madama
e nella cattedrale di Nardò in Puglia. Fondamentale inoltre per la formazione dell’artista è stato
l’insegnamento del frescante perugino Domenico Bruschi.
L’arte sacra di Nardi colpisce per il grande respiro delle composizioni, per la composta teatralità
delle scene, per la fluidità delle forme, l’eleganza e la sobrietà delle gamme cromatiche. Apprezzato
dai contemporanei, il Fermano e l’Ascolano sono disseminati di chiese da lui decorate: nel 1911
realizza gli affreschi a S. Maria del Mare a Torre di Palme, nel 1916 termina i lavori nella chiesa di
San Gregorio Magno a Magliano di Tenna e nel 1923 realizza i dipinti murali per l’omonima chiesa
di Fermo. Nardi inoltre lavora nella cattedrale di Castorano, nella chiesa del Suffragio a Offida,
nella chiesa del Rosario di Porto San Giorgio e in quella di San Marone a Civitanova, luogo di
origine della moglie, Adele dei marchesi Ricci.
La geografia artistica di Nardi sconfina dal territorio marchigiano: già nel 1902 è chiamato a
Trento per decorare la volta, la cupola e l’abside della Chiesa di S. Maria del Concilio con un
tema mariano. Il successo di critica porta poi nuove commissioni nel Trentino: le chiese di Borgo
Valsugana, Montagnaga Pinè, Revò, Calavino e Tuenno. In Abruzzo ha eseguito parte della
decorazione della Chiesa di S. Antonio a Teramo.
Il complesso, ricercato, colto programma iconografico ideato da Nardi nel 1912 per la volta del
teatro della sua città, Porto San Giorgio, ha come tema la nascita delle arti teatrali ed è tradotto in
un racconto fresco, lieve, connotato da una semplicità discorsiva di fondo, da un dinamismo, una
vivacità cromatica, una gioiosità e
parietali realizzate dall’artista.