Azienda con 8 mln di ordini bloccata dall’assenza di credito
ORCIANO (Pesaro e Urbino) – Il lavoro c’è, un ordine da 8 milioni è ancora lì che aspetta di essere evaso, le professionalità anche, però mancano i soldi per mandare avanti l’attività della Tallarini.
Un’eccellenza della nostra industria metalmeccanica con 87 lavoratori impiegati in due diverse sedi, una a Schieppe di Orciano e l’altra a Isola del Piano. I sindacati Cgil, Cisl e Uil puntano il dito contro alcune banche: «Tardano a trovare l’accordo che dovrebbe garantire una linea di credito, quindi liquidità, all’impresa». Nel frattempo 87 persone e altrettante famiglie vivono sul rasoio dell’incertezza. Da qui a qualche giorno rimarrà lavoro solo per una ventina di effettivi e sarà spalmato attraverso il contratto di solidarietà, cui i sindacati hanno accettato di aggiungere un giorno di cassintegrazione alla settimana, prevedendo un calo della produzione. Al personale della Tallarini restano altre sette settimane di cassa integrazione ordinaria, poi ogni ammortizzatore sociale sarà concluso. «Le banche facciano il loro mestiere, non è accettabile che siano gli stessi lavoratori a sostituirsi alla loro funzione, perché il materiale è stato acquistato con gli stipendi, ora in arretrato di due mesi», hanno affermato Cinzia Massetti (Cgil), Mauro Masci (Cisl) e Francesco D’Antonio (Uil) durante l’incontro odierno nella sede fanese di Cgil, in viale Buozzi, cui hanno partecipato operai e rappresentanza unitaria Rsu. Molto da ridire, dunque, sulle banche: «Insopportabile – hanno concluso i sindacati – che non siano ancora riuscite a dare un po’ di ossigeno all’impresa. Potrebbe lavorare il doppio, se fosse ben assistita. C’è il rischio di perdere il miglior cliente, Nuovo Pignone, con il suo ordine da otto milioni in attesa. A quel punto come si salverebbero gli attuali posti di lavoro?».