La nostra idea di sicurezza
Tra gli argomenti che registrano un’accresciuta attenzione da parte dell’opinione pubblica,
c’è inevitabilmente il tema “sicurezza”, indubbiamente centrale per la vita delle persone.
Tema sicuramente di grande attualità, non di rado agitato per fini diversi anche dalla
politica che si esercita su un terreno estremamente delicato e sensibile: farlo con maggiore
cognizione di causa e senso di responsabilità non guasterebbe certo.
Come rispondere alle attese dei cittadini di Ancona sul fondamentale diritto alla sicurezza e
al miglioramento della qualità della vita?
Una parte rilevante della “vertenza in Municipio” chiama in causa la condizione della PM,
attuali carenze e difficoltà organizzative. Uno stato critico seriamente preoccupante, conseguenza
di un lento e progressivo declino.
Ragione per la quale, allo scopo di favorire passi avanti in direzione di soluzioni condivise,
richiamiamo i punti cardine della questione, alla vigilia – forse- di possibili novità e cambiamenti.
Almeno è quanto si auspica da parte nostra.
Per carità di patria, tralasciando idee non proprio originali -a dire la verità-, anche in questo
frangente spuntate dal cilindro: pistole, manganelli e “pattugliamento notturno armato”. Chissà
cos’altro uscirà…
Riaffermiamo in primo luogo l’esigenza di un serio coordinamento tra tutti i soggetti che
hanno ruolo e funzioni d’intervento in questo campo, coordinamento che non può che avvenire
attraverso la Prefettura, con una struttura operativa fissa che deve vedere la partecipazione della
PM con pari dignità e valorizzazione del proprio specifico ruolo, per dispiegare forme di utile
collaborazione nella chiarezza e senza cadere in confusione.
Le politiche di contrasto alla criminalità, di competenza dello stato, devono accompagnarsi
con politiche sociali e territoriali del sistema delle autonomie locali.
Per questo serve un nuovo modello organizzativo, perché la PM torni a essere -per
richiamare un’antica ma sempre valida definizione- il biglietto da visita dell’Amministrazione
comunale, per dialogare sempre meglio anche attraverso questi operatori al servizio della città.
Obiettivo oggi ancor più indispensabile -mentre l’esecutivo continua a ridurre capacità di
governo e a tagliare finanziamenti- per rispondere adeguatamente alle attese dei cittadini.
Non possiamo permettere che ne faccia le spese chi è più esposto a rischi concreti, chi
opera in solitudine e nell’assenza di politiche adeguate e di educazione alla legalità.
Un’Amministrazione lungimirante ha il dovere di riorganizzarsi proprio partendo da strutture
chiamate a operare in contesti difficili e supportare efficacemente il lavoro di donne e uomini messi
a dura prova. Con dotazioni e mezzi adeguati; un piano pluriennale di formazione per mantenere
alta la professionalità, migliorare le competenze per intervenire in situazioni critiche, certo anche
con i fondamentali per la difesa personale. Infine, con una gestione efficiente rafforzata da un
quadro dirigente forte, autorevole, allargato e -soprattutto- affiatato, in grado di collaborare.
Sarà decisivo per l’esito della vertenza in atto affrontare questa fase nel modo più efficace
possibile. A tal fine, si deve da subito avviare un reale processo partecipato. Non c’è tempo da
perdere.
Spetta all’Amministrazione Mancinelli il compito di praticare nei fatti, con convinzione e in
modo inequivocabile, il nuovo terreno di relazioni industriali, strumento indispensabile per costruire
il “Comune delle opportunità”, casa dei cittadini.
Alla gestione spetta il concreto esercizio del dialogo costruttivo, finalmente orientato al
confronto di merito e alla ricerca delle soluzioni ai problemi aperti, con l’assunzione piena delle
necessarie responsabilità.
Il comandante coinvolga senza indugio, immediatamente, ogni operatore nella definizione
di un’ipotesi riorganizzativa, praticabile e sostenibile, che utilizzi al meglio le risorse disponibili,
valorizzi il personale, rispettando diritti e garantendo pari opportunità.
E ognuno faccia la propria parte, mettendo a disposizione quanto serve per implementare
la dotazione organica, spazzando via ogni alibi alla naturale soluzione di problemi sin qui
vergognosamente trascinati. Uno su tutti: il festivo infrasettimanale per risolvere il quale serve una
leale collaborazione tra le strutture burocratiche dell’ente.
Non esiste alternativa altrettanto credibile, se si vuol riportare serenità. Non solo nel Corpo,
ma in tutto il Comune. C’è bisogno di concordia.
Si operi dunque con grande senso di responsabilità, scrivendo una pagina nuova
nell’interesse generale.
Ecco alcuni dei punti ineludibili che ruotano attorno ad una diversa idea di sicurezza: ma
senza quel nuovo modello organizzativo, rivendicato con forza dai lavoratori e dal sindacato, non
ci sarà mai soluzione dei problemi, per nessuno.
Perché l’ammodernamento non passa solo attraverso l’introduzione di nuova tecnologia,
ma con la rivisitazione dell’organizzazione del lavoro, coinvolgendo il personale, e sostenendo
l’indispensabile salto culturale e la nuova gestione con robusti interventi formativi.
Andrea Raschia
FP CGIL Ancona