Micam sotto tono, data forse non idonea
MACERATA – Una fiera «molto difficile», pesantemente condizionata dalla crisi russo-ucraina e da altri fattori esterni. Gli industriali calzaturieri della provincia di Macerata hanno fatto il punto sui risultati del Micam e del Mipel, le due grandi fiere milanesi di settore, che si appena concluse.
Per Cleto Sagripanti, presidente nazionale dell’Assocalzaturieri, «i risultati si vedranno sicuramente nei prossimi mesi. Tre i fattori che hanno influito negativamente sull’edizione 2015. Innanzitutto la crisi fra Ucraina e Russia, che ha comportato una diminuzione dei visitatori di quelle aree pari al 49%. In secondo luogo la sovrapposizione del Micam con la fiera nazionale statunitense di Las Vegas, con una riduzione del 40% degli operatori Usa». Inoltre, ha aggiunto, «il Micam coincideva con il Capodanno cinese, e pure i buyer di quel Paese sono venuti a ranghi ridotti (- 40%)».
Fra i segnali positivi, la promessa del vice ministro Carlo Calenda che il Micam «sarà inserito tra le 15 fiere più importanti d’Italia. Finalmente poi abbiamo sdoganato la fiera, che è diventata una fiera dell’alta moda con numerose iniziative di spessore e ampi riconoscimenti da spagnoli, francesi e portoghesi». Sagripanti ha ricordato che è stato ormai avviato «un processo di armonizzazione di tutti i saloni milanesi. C’è l’intesa con la Camera della moda di varare un progetto unico per attirare i compratori di tutti i settori dell’abbigliamento. Stiamo investendo sull’incoming per i buyer stranieri ma dobbiamo anche andare a conquistare il mercato dei Paesi più lontani».
Sulla stessa linea Tonino Ciannavei, presidente della sezione calzature di Confindustria Macerata: «Scontata la flessione degli operatori russi, ci siamo resi conto che anche quelli cinese e americano sono mercati molto difficili, sui quali però dobbiamo puntare». Concentrarsi su prodotti di qualità media, e non solo alta, e lavorare per l’aggregazione delle piccole aziende sono due degli obiettivi del prossimo futuro.