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Case fantasma in 1400 dovranno pagare

000casefantasmaASCOLI – Arriva la resa dei conti: ora dovranno pagare, dopo aver ricevuto gli avvisi di accertamento, le circa 1400 persone proprietarie di immobili fantasma, baracche agricole trasformate in villette o, comunque, beni con rendite catastali non veritiere. L’operazione avviata dall’Arengo nella scorsa legislatura per combattere l’evasione o l’elusione dei tributi da parte di numerosi proprietari di immobili sul territorio comunale arriva adesso alla stretta finale, con l’Ufficio tributi che ha svolto un consistente lavoro di verifica, in stretta collaborazione con il Catasto, per permettere la regolarizzazione delle posizioni di edifici del tutto sconosciuti agli uffici territoriali e alle banche dati comunali o, magari, molto diversi, nella realtà, rispetto a quanto risultante nelle mappe catastali. Un lavoro lungo e meticoloso che ha portato prima ad individuare queste anomalie e poi, dopo una verifica delle rilevazioni ed incrociando i dati disponibili, si è arrivati ai nuovi accatastamenti ed al conseguente aggiornamento delle rendite. Dopodiché si è passati all’invio degli avvisi di accertamento con il sollecito a pagare gli importi dovuti e non pagati relativamente ad Ici ed Imu, per un pregresso fino a sei anni indietro. A questo punto, qualcuno ha già provveduto al pagamento, altri hanno avuto un confronto a livello comunale proprio per verificare e chiarire la propria posizioni, magari rilevando presunti errori nei nuovi accatastamenti. Altri ancora, invece, hanno spostato la sede del confronto al Catasto, contestando la rendita attribuita ai loro immobili. Di fatto, però, tutta l’operazione ha portato all’emersione di una situazione molto nebbiosa e confusa, di una consistenza finora riscontrata in circa 1400 posizioni immobiliari.Come detto, nel calderone sono finiti immobili che hanno subito modifiche o trasformazioni, o hanno avuto delle “lievitazioni”, con fondaci o garage, senza che ciò risultasse nelle banche dati di Arengo e Catasto. Anche con alcuni confronti che si sono rivelati bonari, con l’ammissione di molti dei propri errori riguardo mancati accatastamenti di porzioni, garage, fondaci. Ma, come detto, ci sono anche diversi casi di trasformazione di case rurali in vere e proprie abitazioni e, in questi casi, qualcuno ha motivato il fatto con distrazione ed errori per mancanza di conoscenza delle normative, dicendosi pronto a sanare e regolarizzare la propria posizione. In qualche caso, invece, si è trattato di errori presenti nelle banche dati. L’operazione antievasione avviata dagli uffici tributari comunali insieme al Catasto, porterà, dunque, ad una ridefinizione della mappa del territorio comunale, oltre ad un recupero di somme sicuramente importanti – anche se ancora non quantificabile, essendo tuttora in corso l’azione di recupero delle cifre richieste – per le casse comunali. Basti pensare a quello che potrebbe aver pagato il proprietario di un magazzino agricolo rispetto a quello che, invece, avrebbe dovuto pagare a seguito della trasformazione in abitazione con annessa piscina. E’ il caso di quei depositi o di quelle strutture agricole trasformatesi in alcuni casi anche in villette, a ridosso della città, che proprio l’Arengo, nella spietata caccia ai fabbricati fantasma, ha incastrato attraverso sopralluoghi e controlli incrociati. Controlli finalizzati a far riemergere tutte quelle situazioni finora poco chiare che, nel corso degli anni, sono inevitabilmente andate ad intaccare le possibili entrate per l’Arengo.