A processo l’omicida della figlioletta
ANCONA – La moglie contro il papà killer di Ancona. Sara chiede a Luca Giustini due milioni di risarcimento per aver ucciso la figlioletta di 18 mesi con 50 coltellate. E’ successo questa mattina durante l’udienza in cui il gup avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio della Procura per omicidio volontario aggravato. Ma il giudice ha disposto una nuova visita psichiatrica sul ferroviere di Ancona, per le sue condizioni di infermità mentale.
La perizia della Procura lo ritiene completamente incapace di intendere e di volere, e quindi di capire quello che stava facendo lo scorso agosto quando uccise Alessia nella culla. Lui disse sentiva delle voci che lo spingevano a farlo.
La moglie, che recentemente ha espresso la volontà di separarsi, non sembra quindi intenzionata a perdonarlo. Questa mattina era rappresentata in Tribunale dall’avvocato Maila Catani. «Sono rimasto molto sorpreso e dispiaciuto per la costituzione di parte civile e la richiesta di risarcimento danni». Così in una nota l’avv. Alessandro Scaloni, legale di Luca Giustini. «Sinceramente pensavo che i familiari non si opponessero alle conclusioni del perito dell’accusa (e non della difesa) che ha ritenuto Giustini totalmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto – aggiunge – e che anzi potessero trarre un qualche conforto da tale giudizio, nel pensare che un gesto così grave fosse stato commesso dal loro caro in quanto malato e totalmente incapace e non perchè voluto. Chiedere una nuova perizia e un risarcimento così alto – rileva – non trova a mio avviso alcuna giustificazione. Spero che in seguito i familiari possano comprendere le motivazioni del prof. Renato Ariatti e rinunciare
a tale azione priva di fondamento».