Parte oggi, sottotono il Giro d’Italia
Ciak si gira! Fioriscono i tulipani. Torna la corsa rosa. Come avviene in maggio da oltre un secolo (la prima volta fu nel 1909, vittoria di Luigi Ganna), il Giro d’Italia si mette in marcia partendo questo sabato con la cronosquadre di 17,6 km da San Lorenzo a Mare a Sanremo, sulla pista ciclabile della Riviera dei Fiori.
Una partenza tutta ligure, in omaggio a una regione ferita dai flagelli del maltempo e dall’incuria dell’uomo. Il bello è che si parte da Sanremo, nella storia del ciclismo di solito un traguardo più che una partenza. Domenica 10 invece si va da Albenga a Genova (177 km). Lunedì da Rapallo a Sestri Levante (136). Infine, martedi 12 maggio, l’ultima frazione da Chiavari a La Spezia (150 km). E questo è l’antipasto. Per dirla alla ligure: acciughine, verdure ripiene, cipolline all’olio. Ma il piatto forte? Qual è il piatto forte di questo 98esimo Giro che sta per cominciare?
Ecco, qui è bene non farci troppe illusioni. A guardarlo sulla carta, non è un gran menu. Per stare in tema, siamo a una cucina casalinga, con qualche primo di sostanza, (ravioli e trenette), qualche secondo alla buona (coniglio o cinghiale con la polenta) e via andare con un mezzo di rosso sfuso e una fetta di torta di mele. Sperando che dal mazzo dei quattro favoriti (Alberto Contador, Rigoberto Uran, Richie Porte e Fabio Aru) arrivi qualche sorpresa che sparigli tutto. E che obblighi i favoriti a onorare le attese.
Insomma, come quelli nati a Genova, partiamo con una faccia un po’ cosi. Perplessi, quasi scettici. Certo, poi gli assenti hanno sempre torto. La corsa la fanno i corridori e i Giri più belli sono quelli che meno te li aspetti. Però, però…
Tanto per cominciare, manca il vincitore dell’anno scorso, il Colombiano Nairo Quintana, proiettato come Vincenzo Nibali verso il Tour de France. E poi, tranne il sardo Fabio Aru, esploso proprio al Giro 2014 a Montecampione (terzo posto finale), le nostre carte da giocare sono scarse. Siamo quasi contenti, tanto per dire, che il vecchio Ivan Basso faccia lo sherpa di lusso ad Alberto Contador, il Grande Favorito, il mostro sacro da temere e omaggiare.
Sarà anche un onore far da scudiero a cotanto campione, però questo Giro di Basso non ci fa saltare in piedi dalla gioia. Anzi, significa che le speranze per il giovane Aru, si assottigliano ancora di più, visto che il tamburino sardo parte con le polveri bagnate per via di un brutto virus intestinale che l’ha costretto a rinunciare al Giro del Trentino.
Il ragazzo è tosto. Però un conto è crescere all’ombra di Vincenzo Nibali, senza l’adrenalina della responsabilità. Un’altra è doversi assumere i gradi del capitano con tutto quello che ne consegue. La sua squadra, l’Astana, è una squadra coi fiocchi, ma non viene da un periodo brillante, anche per le note vicenda di doping. Può darsi che lo scalatore sardo (attualmente sotto di quasi tre chili) recuperi nell’ultima settimana di montagne, quando il gioco,con le grandi salite del Mortirolo, Sestriere e Colle delle Finestre (cima Coppi, 2178 metri), si farà duro e la freschezza dell’età lo aiuterà.