Lunghe liste di attesa al “Mazzoni”
ASCOLI – Quindici mesi per una visita cardiologica e altrettanti per un elettrocardiogramma. E’ la risposta che si è sentita dire una paziente cronica, trapiantata di reni che risiede nell’ambito dell’Area vasta 5. Non solo, perché per altri esami diagnostici che vengono chiesti direttamente dal centro trapianti, i tempi pur non raggiungendo i quindici mesi, sono pur sempre ragguardevoli. Sempre la stessa paziente per un appuntamento per una mammografia e una ecografia al seno dovrà aspettare un anno, mentre per una visita dermatologica i tempi di attesa sono di sette mesi e, infine, per le prove allergiche, l’appuntamento è a otto mesi. In pratica, con prenotazione effettuata nella giornata di ieri, l’appuntamento perla visita cardiologica e un ecocardiogramma è stata fissato a questa paziente nel mese di settembre del prossimo anno. Per la mammografia e l’ecografia al seno l’appuntamento è stato fissato a luglio del prossimo anno, mentre per le prove allergiche gli esami sono stati stabiliti per i mese di febbraio del 2016 e per la visita dermatologica, la paziente dovrà aspettare gennaio del prossimo anno. Ma tutto cambia e i tempi si accorciano come per miracolo, se gli esami diagnostici vengono effettuati privatamente.
“In questo caso – spiega la paziente di cui possediamo cognome, nome e numero di telefono – mi sono sentita rispondere che gli esami sarebbero stati effettuati nel giro di pochissimi giorni. Ho fatto un po’ di conti e la spesa che avrei dovuto sostenere supera i 450 euro. Una spesa che non posso sostenere”. E vediamoli questi appuntamenti ravvicinati a pagamento. Per la visita cardiologica e l’ecocardiogramma, appuntamento fissato al 23 giugno 2015, per l’ecografia al seno, visita nello stesso giorno della prenotazione e per la mammografia il 23 giugno. Per le prove allergiche fatte a pagamento, il 29 giugno.
Questo il quadro delle liste di attesa nell’Area vasta 5 per i malati cronici, che includono, oltre ai trapiantati anche i pazienti oncologici. Uno scandalo? Una vergogna? Ognuno può definirlo come vuole, ma certo che appuntamenti che superano abbondantemente l’anno, hanno francamente dell’incredibile. Non solo perché si tratta della salute della gente, ma, in particolare, di quelle persone che proprio per il loro stato di salute sono più deboli. A dire la verità, sulle ricette di questa paziente non era riportata la dicitura urgente, che consente di accelerare, non si sa di quanto, gli esami diagnostici. Ma questo non può e non deve essere una giustificazione, perché i malati cronici dovrebbero avere un loro percorso preferenziale, attraverso il quale ridurre i tempi delle liste di attesa. Ma il problema è un altro e impone una domanda semplice: perché a pagamento le liste di attesa si accorciano in maniera così sensibile? Un interrogativo che se ne porta un altro indietro: e se qualcuno i soldi non li ha per effettuare gli esami a pagamento? Ma al di là di tutte le considerazioni, aspettare quindi mesi per una visita cardiologica anche per un paziente non cronico, ha veramente dell’incredibile. Eppure, basterebbe capovolgere la questione, nel senso di aumentare il numero degli esami diagnostici per via pubblica e diminuire quelli fatti privatamente. Perché, anche se si volesse aumentare il numero dei medici, cosa che appare francamente quasi impossibile, smaltire quindici mesi di arretrato non sembra cosa facile. “So solo – ripete questa donna – che in dodici mesi potrebbero insorgere problemi di salute non più recuperabili. E dire che questi sono controlli che vengono chiesti espressamente dal centro trapianti. Trovo ingiusto e ingiustificato che non solo un malato cronico, ma un qualsiasi paziente debba aspettare quindici mesi per una visita”.