Il “buon governo del centro sinistra”
Nessuna retromarcia sui controlli a distanza. A pochi giorni dal varo definitivo degli ultimi quattro decreti del Jobs act, a Palazzo Chigi sembra prevalere la linea di chi – Renzi in primis – non vuole annacquare la portata della nuova norma che modifica l’articolo 4 dello Statuto dei lavoratori. Il testo non cambia: «Le informazioni raccolte» attraverso telefonini, tablet e pc aziendali dati in dotazione al dipendente, potranno essere usati dal datore di lavoro «a tutti fini connessi al rapporto di lavoro», quindi anche come base per procedimenti disciplinari. Testo originario confermato anche per l’altra norma che ha sollevato le proteste dei sindacati: quella sulla chiamata nominativa per soddisfare la quota obbligatoria di assunzione disabili. Qualche modifica proposta dal Parlamento potrebbe essere accolta invece sulla riforma della cig, in particolare per le imprese che chiudono, e sul nuovo sistema di politiche attive. Tutto questo mentre da più parti, anche molto autorevoli, viene fatta un’analisi impietosa del Jobs Act ed in particolare della sua inefficacia per combattere la piaga della disoccupazione.