Tassati – dead or alive
La tassazione astrusa in Italia è una moda che non chiude mai bottega come si suol dire alla popolana, il
dibattito ha ripreso vita per la novità ipotizzata dal sindaco di Albettone, Joe Formaggio (non è un nickname
….), di introdurre una imposta sui gay. Al sentire la notizia una persona di fianco a me ha subito sbottato:
“E come fa ad applicarla? Come li certifica?”. In effetti già il fatto di come il sindaco, si sa che la terra veneta
è ricca di buon vino e probabilmente il primo cittadino era reduce da una cena, possa pensare di applicarla
fa riflettere. Carità di patria ha evitato che il tricolorato esponesse la sua idea scientifica dell’individuazione
degli omosessuali, ma a proposito di tasse e tricolori esiste invece la tassa sullo stendardo nazionale.
Esborso dovuto se esponete sul pennone di casa il tricolore patrio, ma esentato se invece l’alzabandiera ha
come oggetto la bandiera dell’Unione Europea, insomma uno di quei casi in cui l’Unione fa la forza.
Ma anche il solo camminare può incidere sulle nostre tasche, se abbiamo evitato per un pelo la tassa sul
calpestio che era nelle idee del ministro Goria ai tempi di Amato, gli abitanti della pianura padana devono
scegliere se uscire di casa scendendo i gradini, quindi pagandone la relativa gabella, o costruirsi uno sbocco
a raso sulla pubblica via.
Una pubblica via su cui, se il vostro tendone fa ombra sporgendo dalla struttura, paga l’occupazione di
suolo pubblico, stare al sole o pagare la tassa sull’ombra è il grande dilemma dei prospicienti. Immortale
poi la tassa di soggiorno, cancellata tra squilli di tromba, riappare ciclicamente, prima sulle città d’arte, poi
anche in quelle dove il numero di visitatori annui è pari ai visitatori paganti di una discarica.
Abbiamo anche una tassa sulle suppliche che colpisce chi le istanze, petizioni, ricorsi, e relative memorie
diretti agli uffici dell’amministrazione dello Stato, così come il trapasso non vi esenta, dovete pagare
l’accertamento del decesso e la cremazione non ve ne farà esenti, lo spargimento delle vostre ceneri sarà
assoggettata alla dovuta tangente istituzionale.
Se Stato ed enti locali si preoccupano di tassare la morte, non si sono dimenticati di spremervi in vita, viene
chiesta la tassa sul divertimento che grava sui pubblici spettacoli teatrali e opere Cinematografiche nonché
anche feste private in luogo pubblico.
Il matrimonio da sempre è fertile terreno di esazione, se nel medioevo i nobili esigevano la virtù della
novella sposa tramite la ius primae noctis, i comuni adesso si accontentano di vil denaro con la ius primae
gabellae, se volete sposarvi pagate, la verginità della dell’impalmata è salva, il portafoglio no.
Dopo averla reintrodotta, aumentata, rinominata varie volte, ora il buon governo Renzi promette il funerale
alle tasse sulla casa dal 2016, probabilmente se esistesse una tassa sull’annuncite il bilancio dello Stato
sarebbe in perfetto equilibrio.
MAURIZIO DONINI