Haemonetics una vertenza dimenticata?
ASCOLI – “Due anni a presidiare, non mollare per lavorare” è lo striscione coniato per il 2° anniversario del container dai circa 50 irriducibili della Haemonetics che si sono ritrovati davanti al loro ex posto di lavoro con i propri familiari, i sindacalisti derll’Ugl Marucci e Ferracuti e l’avvocato Giansante che, insieme ai colleghi Ciabattoni, Strozzieri e Alleva, porta avanti la battaglia di uomini e donne i cui simboli sono passione e rabbia, cioè la maglia rossa che al presidio non manca mai.
La portavoce Serena Fanini: “L’incentivo di 30.000 euro lordi di fa star bene una settimana, ma la dignità vale molto di più. Monitoriamo una fabbrica dichiarata chiusa da due anni, ma è viva, manutentata, con gente dentro. L’azienda ha avuto 3 milioni di euro dal Governo per i contratti di solidarietà, poi ha portato via dall’Italia la produzione delle sacche per il sangue. Cosa hanno fatto le istituzioni locali mentre noi abbiamo trascorrevamo qui notti e festività lasciando i bambini a casa?”. L’avv. Giansante ricorda le varie azioni a tutela dei lavoratori avviate contro Haemonetics Produzione Italia srl (25.000 euro di capitale sociale) ma anche la casa madre Haemonetics Corporation che sta negli Usa. Chiamata in giudizio, deve rispondere dei licenziamenti che, proprio perché attuato da Haemonetics Produzione Italia, vengono ritenuti illegittimi.