Attualità a cura di Maurizio Donini

Matteo Snow Renzi alla battaglia del grano con il limite a 3000 euro

renzi-benny-tesoretto-soldi-euro-urne-elezioni-656026“Il sabato qui è pieno di artigiani e autonomi che comprano tv maxi-schermo pagando in contanti”

Una commessa di una grossa catena di elettronica

“Le Agenzie Fiscali rischiano di morire, rimangono in piedi solo per la dignità delle persone che ci lavorano”

Rossella Orlandi, Direttrice dell’Agenzia delle Entrate

“Sul nuovo limite ai pagamenti pronti a mettere anche la fiducia»A Lilli Gruber su La7: «Sul nuovo limite ai

pagamenti pronti a mettere anche la fiducia”

Matteo Renzi a Lilli Gruber su La7

Tre dichiarazioni che si legano indissolubilmente tra loro, la più importante mi pare la terza, su un fatto

come l’innalzamento del limite dell’uso dei contanti a € 3.000 perché minacciare addirittura l’intera

legislatura? Il nostro premier ha dichiarato che si tratta di una norma di poco conto, ovviamente per lui è

normale girare con 3.000 euro in tasca al Centro Commerciale per comprare l’occorrente a fare la ribollita,

così come nello stesso disposto si scopre che non è sparito anche l’obbligo del pagamento degli affitti con

mezzi tracciabili. Una strana serie di coincidenze che hanno fatto sobbalzare sulla sedia la neo-direttrice

dell’Agenzia delle Entrate.

Crozza e Grillo (almeno prima di darsi alla politica) hanno sempre dichiarato che senza Berlusconi il loro

lavoro sarebbe stato molto più difficile nella ricerca del materiale per i loro sketch, ma il governo Renzi non

è da meno. Si può seriamente ritenere che una modifica di questo tipo non vada in direzione del favorire

l’evasione fiscale? Il Ministro Padoan, definito ai tempi della crisi economica dal Nobel Paul Krugman

“L’uomo delle scelte sbagliate”,  appena un anno fa plaudiva alla scelta del limite all’uso del contante, i

governi Monti e Letta volevano addirittura portare la soglia a € 500. Ora a distanza di un anno, lo stesso

Ministro dice che non è importante, e messo di fronte alle precedenti dichiarazioni rivendica “il suo diritto a

cambiare idea”, Krugman potrebbe chiedersi nuovamente quale fosse la giusta e la sbagliata.

Ma tornando al focus del discorso, tale norma vale la possibile, per quanto improbabile, caduta del

governo? Una norma in fondo di poco conto vale la candela? Tecnicamente, come dichiarato dallo stesso

governo, vale poco e niente nello scenario macro-economico, la risposta affonda probabilmente più nella

sfera psicologica che in quella fiscale. La mentalità autoritaristica del premier mal si concilia con le critiche,

riprendendo i vecchi mantra berlusconiani è il governo che non riesce a spiegare la bontà dell’operato ed i

mezzi di informazione che sono sfavorevoli. Chiuso nel cerchio magico delle ministre silenti ed adoranti non

sopporta il dissenso e vede le minoranze come fastidiose appendici, chi non si adatta è fuori, attacca la

magistratura, i docenti, gli enti locali, tutti quelli che non sono d’accordo con la sua visione da Capitol City

sono pustole da rimuovere quanto prima, in questo labirinto freudiano può forse ammettere che non si

voglia assentire al suo desiderio di spargere favori al partito del nero?

MAURIZIO DONINI