Fp Cgil Marche su orario lavoro in sanità
Dal 25 novembre 2015 l’articolo 14 della legge 161 del 2014 produrrà i suoi effetti
per tutti i dipendenti pubblici del servizio sanitario nazionale.
Non sarà infatti più possibile derogare sulle 11 ore minime di riposo giornaliero,
sulle pause, sul lavoro notturno e sulla durata massima dell’orario di lavoro
settimanale. Stop alle deroghe dalla vigente legislazione e stop anche per le deroghe
previste oggi dalla contrattazione collettiva.
Ci piacerebbe sapere come le diverse aziende del nostro Servizio Sanitario
Regionale intendano procedere non potendo più neppure pretendere l’applicazione
delle deroghe concordate in sede contrattuale. Ad oggi, non ci risulta che la Regione
Marche abbia provveduto in tal senso.
Questa modifica di legge recepisce un obbligo derivante dall’appartenenza
dell’Italia all’Unione Europea che come CGIL abbiamo condiviso e sollecitato.
E’ ovvio che l’impatto sull’organizzazione del lavoro non sarà certo marginale,
soprattutto considerando che il contenimento della spesa per il personale ha ridotto
all’osso gli organici, in cronica sofferenza e gli spazi di gestione in sede di
contrattazione aziendale. Va ricordato che nelle Marche la spesa per il personale
è tornata ai valori del 2008.
Il silenzio su questa materia ci fa pensare che si sta dando per scontato che sarà
l’organizzazione del lavoro a far fronte a questa disposizione che, non
dimentichiamolo, ha lo scopo di tutelare la salute e la sicurezza delle lavoratrici e dei
lavoratori del Servizio Sanitario e di conseguenza dei cittadini e dei loro bisogni.
Vogliamo dirlo in modo chiaro che riteniamo non accettabile qualsiasi tentativo
di scaricare sull’aumento dei carichi di lavoro l’applicazione di un sacrosanto
diritto di tutela.
Riteniamo dunque sia indispensabile una presa d’atto di questa situazione con la
consapevolezza che mantenere le medesime quantità e qualità di servizio, senza
sbloccare concretamente le assunzioni è improponibile.
L’impatto di questa normativa rilancia con forza la necessità di procedere ad aprire
con la Regione Marche un confronto serio sulle dotazioni organiche, procedendo
alle assunzioni necessarie, a partire dalla stabilizzazione dei precari ed a
riportare al tavolo delle trattative l’organizzazione del lavoro.
Non siamo disposti ad accettare che, per recepire la giusta norma, si impongano
al personale modifiche unilaterali dei turni di lavoro che comportino nuovi ed
ancor maggiori sacrifici tanto nell’ambiente lavorativo quanto in quello
famigliare. Così facendo si metterà seriamente a rischio l’integrità psico-fisica
dei lavoratori, con ricadute che possono essere pericolose per le prestazioni
sanitarie che devono essere erogate.