PESARO, RETI D’IMPRESA E START UP INNOVATIVE PER RILANCIARE LO SVILUPPO
Costituite nelle provincia 28 reti d’impresa e nate 50 start up innovative. Reddito procapite
superiore a quello regionale (19.521 euro contro 19,137) ma il valore aggiunto per unità di
lavoro è inferiore ((55.332 euro contro 57.447),
Quelli che ce la fanno. In una situazione di grande difficoltà per l’economia e per il sistema
produttivo della provincia di Pesaro e Urbino, c’è anche chi ha saputo reagire alla crisi e rimanere
competitivo. Sono soprattutto le imprese che hanno scelto di mettersi in rete e le start up innovative.
Se ne è parlato a Pesaro al convegno su “Accelerare la ripresa. Quali strategie per rilanciare lo
sviluppo”, organizzato da Fidimpresa Marche, Banca dell’Adriatico e Cna provinciale.
Dopo l’apertura dei lavori del direttore generale di Banca dell’Adriatico Roberto Del Mas e del
presidente di Fidimpresa Marche Sabina Cardinali, sono intervenuti il direttore del Centro Studi
Cna Marche Giovanni Dini e Alessandro Nicolardi del gruppo Intesa San Paolo.
“Sono 28” ha ricordato Dini “ le reti d’impresa costituite sul territorio provinciale, con 83 imprese
coinvolte. Si tratta di aziende del manifatturiero, dei servizi, del commercio che si sono unite per
competere sui mercati con maggiori possibilità di successo. I contratti di rete permettono alle
aziende artigiane di realizzare progetti condivisi e di investire più risorse in ricerca e innovazione.
Inoltre, grazie alle reti, le piccole imprese hanno l’opportunità di accedere a mercati a loro
preclusi sia in Italia sia all’estero. Occorre diffondere e consolidare i modelli delle reti d’impresa
attraverso efficaci strumenti di politica industriale e, allo stesso tempo, sostenere gli investimenti
delle aggregazioni d’impresa esistenti, affinché esse superino la dimensione locale o regionale e
rafforzino la presenza sui mercati esteri.”
Di start up innovative ha parlato Nicolardi, secondo il quale “nelle Marche sono 210 di cui quasi
50 nella provincia di Pesaro Urbino e, dato confortante, sono in continua crescita. Si tratta di
imprese che hanno come oggetto sociale lo sviluppo e la commercializzazione di prodotti o servizi
innovativi ad alto valore tecnologico e sono altamente competitive anche verso i mercati esteri.
Una start up innovativa – ha ricordato Nicolardi – deve avere meno di quattro anni di attività ed un
fatturato annuo inferiore ai 5 milioni di euro. Inoltre almeno il 15 per cento delle spese debbono
essere ascrivibili ad attività di ricerca e sviluppo. O, in alternativa, almeno un terzo della forza
lavoro complessiva deve essere costituita da dottorandi, dottori di ricerca o ricercatori oppure
almeno i due terzi devono avere una laurea .”
Sono queste le eccellenze del sistema produttivo provinciale. Un sistema che, nel primo semestre
del 2015, ha visto aumentare il fatturato del distretto delle macchine utensili e per il legno del 20
per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+31,7 milioni di euro). In crescita anche
il fatturato del distretto delle cucine (5,8 per cento pari a 8,4 milioni di euro). Ancora in calo il
distretto del tessile del Montefeltro, che ha perso 1,5 milioni di euro (-2,1 per cento).
Malgrado la crisi quella pesarese resta una provincia relativamente ricca, il reddito per abitante è
superiore a quello delle Marche (19.521 euro contro 19,137) e, secondo il rapporto “L’Italia delle
province”, realizzato dal gruppo Intesa San Paolo, aumenterà del 2,1 per cento nei prossimi tre
anni. Nella provincia pesarese è invece più basso della media marchigiana il valore aggiunto per
unità di lavoro (55.332 euro contro 57.447), un dato che dimostra il ritardo delle imprese
nell’innovazione dei processi produttivi. Un altro tasto dolente è quello del credito. Nel primo
semestre del 2015 il sistema creditizio ha prestato alle imprese 7 milioni di euro, con un calo
dell’1,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
“Fidimpresa Marche” hanno affermato il Presidente Sabina Cardinali e il direttore generale del
Confidi unico della Cna Marche Giancarlo Gagliardini “grazie anche alla collaborazione della
Banca dell’Adriatico “ha svolto un ruolo fondamentale per il sostegno creditizio alle imprese
pesaresi, garantendo i finanziamenti a 470 aziende per complessivi 20,5 milioni di euro che sono
serviti a garantire alle imprese liquidità e investimenti per migliorare la competitività. Ora occorre
un rinnovato impegno delle istituzioni per sostenere i Confidi, strumento indispensabile per aiutare
le imprese dei distretti pesaresi a rilanciare lo sviluppo e intercettare la ripresa.”
Il convegno è stato concluso dal presidente della Cna provinciale Alberto Barilari secondo il quale
“la fase attuale richiede forti investimenti nelle tecnologie, nelle infrastrutture, nell’organizzazione,
nella commercializzazione. La Cna si propone di indirizzare i processi innovativi, di adeguarne i
percorsi e facilitarne la diffusione ma occorre anche l’impegno congiunto delle istituzioni e del
sistema creditizio”