Ancona: Porto capofila fino a Pescara
ANCONA – Comitati portuali addio, ecco la super Authority per il porto di Ancona con la conferma dell’autonomia e l’allargamento del raggio d’azione su cinque porti ha innescato un ampio dibattito: soddisfazione nelle Marche, proteste e dubbi che arrivano invece dall’Abruzzo.
Lo schema di decreto approvato dal Consiglio dei ministri sulla portualità “fa tirare un sospiro di sollievo per il porto di Ancona, che evita così l’accorpamento con altri porti con diverse vocazioni dal nostro dislocati in differenti corridoi europei”. Così Andrea Quattrini di M5S, secondo il quale questo risultato “è stato ottenuto anche grazie all’attività del Movimento 5 Stelle, che nel Consiglio comunale di Ancona ha fatto approvare ben due mozioni e che a livello parlamentare, grazie ai nostri deputati marchigiani Agostinelli, Cecconi e Terzoni e alla deputata Mirella Liuzzi in Commissione Trasporti, ha incalzato il Governo che aveva creato allarmismo con l’approvazione di un progetto che prevedeva inizialmente l’accorpamento del porto di Ancona con Trieste, Venezia e Ravenna e, successivamente, l’unione dei soli porti di Ancona e Ravenna”.
Anche il gruppo Pd del Comune esprime soddisfazione per la decisione del Consiglio dei ministri in merito al riordino del sistema portuale, che vede l’Autorità portuale di Ancona mantenere e allargare la sua attività ai porti di Ortona e Pescara, assumendo «sempre di più un ruolo strategico all’interno delle Macroregione Adriatico-Ionica.
“È certamente un importante risultato per il lavoro sinergico fatto dalle istituzioni, parlamentari e territorio e dall’impegno del Consiglio comunale di Ancona che più volte – afferma il gruppo Pd – ha richiesto con forza il mantenimento dell’Ap e la nomina del suo presidente al ministero delle Infrastrutture». Per la prima volta, inoltre, «viene unificata la direzione di porti sia di valenza internazionale che nazionale e regionale, che fu una richiesta non solo del gruppo consigliare ma un punto importante già avanzato in campagna elettore dall’attuale presidente della Regione Ceriscioli. L’accoglimento delle nostre istanze ci fa ben sperare anche per un’accelerazione per la riorganizzazione del trasporti merci e passeggeri, con il relativi collegamenti necessari per il trasporto sia su rotaia che su gomma attraverso la realizzazione del collegamento con le ferrovie e dell’uscita a ovest, liberando sempre di più la città dal traffico pesante”.
“Ho registrato con favore numerosi attestati di soddisfazione per il positivo esito della riforma delle autorità di sistema portuale, che per la nostra regione costituisce una importante occasione di sviluppo in un momento strategico in cui ogni opportunità di ripresa va messa a sistema e valorizzata”. Lo afferma il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. «Il decreto attuativo – seguita – finalmente crea le condizioni di una semplificazione nella governance dei porti nel quale la Regione, insieme al ministero delle Infrastrutture, resta l’ente principale rispetto alla nomina dell’Autorità portuale, ricalcando al massimo le peculiarità del territorio. Lo scalo di Ancona ha tutte le carte in regola per provare a giocare un ruolo da protagonista nella logistica di tutto il centro Italia, porta verso il nord Europa, anche grazie al ruolo di capofila nella Macroregione Adriatico Ionica. Un ringraziamento va dunque al governo e al ministro Delrio per averci messo nelle condizioni di lavorare su questa grande sfida, e speriamo di poterlo avere presto nella nostra Regione per mettere in cantiere – conclude – tutte le ricadute positive che questo provvedimento potrà avere per il nostro territorio».
Reazioni ovviamente diverse ovviamente quelle che arrivano dall’Abruzzo: “Vogliamo conservare i nostri porti e se restassimo con Ancona saremmo condannati ad un ruolo di secondarietà, mentre con Civitavecchia assumeremmo un primato in collaborazione”. Così il governatore Luciano D’Alfonso, questa mattina a Pescara, ha spiegato l’opposizione della Regione Abruzzo al Piano della riforma dei porti approvato dal Consiglio dei ministri. Una riorganizzazione che vede il porto di Ortona inserito nell’autorità di sistema portuale numero 12, denominato «Mare Adriatico Centrale», con sede ad Ancona e comprendente anche Pescara, San Benedetto del Tronto, Falconara e Pesaro.