Il costo della sfiducia
A quanto ammonterà il costo complessivo della sfiducia, del clima ostile agli istituti di credito in atto nel nostro Paese? Quanto inciderà sullo sviluppo futuro del Paese? Difficile dirlo, impossibile quantificarlo con qualsiasi modello matematico, tuttavia la fiducia è un valore incommensurabile, un valore economico e civile, il solo punto fermo utile al rilancio economico e civile dell’Italia. La sfiducia ha assunto proporzioni inimmaginabili dopo il fallimento e il successivo salvataggio delle quattro banche dell’ Italia centrale ed è sfociata nella protesta reiterata dei risparmiatori traditi e lasciati a secco dei loro risparmi. Oggi alle difficoltà della crisi endemica oramai quasi decennale, alla quale non sono stati estranei gli istituti di credito, per quanto concerne la desertificazione del nostro sistema produttivo, si aggiungono aggravate le conseguenze di un sistema bancario che si scopre nella sua stragrande maggioranza fragile. Le difficoltà delle imprese hanno acuito e polarizzato la crisi di molta parte del sistema bancario, con accumuli di sofferenze stimate all’incirca intorno ai 200 miliardi, ma di converso le banche con la lor politica del credito hanno determinato la moria di una parte consistente delle piccole e medie imprese. Lo scandaloso esempio di malagestio delle quattro banche soggette al decreto salvabanche non è un caso isolato, altri istituti soffrono, anche blasonati e mancano gli strumenti e le risorse per rianimarli. Di questo passo non è azzardato prevedere per il prossimo futuro una maggiore difficoltà nella raccolta del risparmio per un certo numero di istituti di credito, con la conseguenza di una minore capacità di erogazione se non a tassi più elevati data la necessità di approviggionarsi sul mercato interbancario. Le imprese? La ripresa? Chi finanzierà la ripresa economica, le imprese, il lavoro giovanile? La crisi di fiducia mette in discussione i fondamentali del Paese, a meno di una forte inversione di tendenza, una maggiore trasparenza e criteri più omogenei nella concessione di credito.
ARES