Da Infolampo: Prestito vitalizio e Welfare
Via libera al prestito vitalizio ipotecario
Con la firma del decreto attuativo da parte del ministro dello Sviluppo economico, diventa operativo il prestito vitalizio ipotecario per gli ultrasessantenni proprietari di casa.
Rimasto in stand by per alcuni mesi dopo l’approvazione della legge n. 44 nell’aprile 2015, ora con la la firma del decreto attuativo il prestito vitalizio ipotecario per le persone anziane proprietarie della casa di abitazione è diventato operativo. Istituito circa dieci anni fa con la legge 248/2005 (articolo 11-quaterdecies, comma 12), la legge n. 44/2015 lo ha modificato introducendo importanti novità.
In attesa che il decreto venga pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, e senza volere in nessun modo incentivare il ricorso a questo strumento, cerchiamo di comprendere meglio cos’è e come funziona il prestito vitalizio.
Cos’è il prestito vitalizio ipotecario
In caso di necessità e considerate le difficoltà che a una certa età si incontrano per ottenere mutui o prestiti dalle banche, per i proprietari di una casa di abitazione che abbiano superato i sessant’anni (prima tale limite era di 65 anni) il prestito vitalizio può rappresentare uno strumento alternativo per ottenere liquidità. Al contrario di quanto accadeva con la precedente normativa che prevedeva soltanto la vendita della “nuda proprietà”, con la quale si conserva il diritto a rimanere nell’abitazione ma se ne perde la proprietà e viene meno qualsiasi possibilità di riscatto, anche per gli eredi, ora la nuova legge consente di convertire una parte del valore della propria casa in denaro contante senza dover rinunciare alla proprietà della stessa e alla possibilità di riscattarla.
Questo fa sì che il prestito non si estingua solo con la morte del beneficiario, il quale, conservando appunto la piena proprietà dell’immobile, può venderlo a terzi e ripagare il finanziamento in qualsiasi momento.
All’atto della richiesta del finanziamento si potrà scegliere il tasso di interessi da pagare (fisso, variabile, variabile con tetto massimo) e la modalità di rimborso: se ogni mese oppure l’intero importo alla scadenza. In questo secondo caso nulla è dovuto alla banca durante tutta la durata del prestito.
Come si calcola
Il prestito vitalizio ipotecario si calcola sulla base del valore di mercato dell’immobile e dell’età della persona che lo richiede. L’importo può essere compreso tra il 15 e il 50 per cento del valore immobiliare e più è alta l’età più cresce la cifra del finanziamento. Questa comunque non potrà superare i 350 mila
Leggi il testo del protocollo (1.85 MB)
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Le multinazionali del lavoro nero
Uno studio della Csi svela la presenza, nelle catene di approvvigionamento di 50 tra le più grandi aziende del pianeta, di attività economiche sommerse per 116 milioni di persone interessate. Shara Burrow: “Lavoratori condannati a vivere nella povertà”
di Silvana Paruolo
Un nuovo rapporto della Csi (Confederazione internazionale del lavoro) svela la presenza, nelle catene di approvvigionamento di 50 tra le più grandi aziende del pianeta, di lavoro nero per 116 milioni di persone interessate (solo il 6% del personale ha un rapporto diretto con la società per cui lavora). Da sole, queste 50 società (che includono marchi del livello di Samsung, McDonalds, Nestlé) detengono una ricchezza accumulata di 3.400 miliardi di dollari statunitensi.
Nel rapporto (“Nouveaux fronts” 2016) si rileva un modello economico insostenibile, praticamente presente in tutti i paesi del mondo, e si traccia il profilo di 25 società con base in Asia, in Europa e negli Usa. L’inchiesta del sindacato mondiale mette in luce quanto segue: • la liquidità delle 25 aziende esaminate (equivalente a 387 miliardi di dollari statunitensi) potrebbe aumentare i salari dei lavoratori in nero (per 71,3 milioni di persone) di più di 5mila dollari statunitensi per anno; • negli Usa, 24 società (da Amazon a Walmart, a Walt Disney) detengono una ricchezza accumulata con cui si potrebbe comprare il Canada; • le entrate combinate di 9 imprese asiatiche (fra cui Foxconn, Samsung e Woolworths) – 705 miliardi di dollari statunitensi – equivalgono al valore degli Emirati Arabi; • in Europa 17 società (fra cui Siemens, Deutsche Post e G4s) si spartiscono redditi totali di 789 miliardi di dollari statunitensi, equivalenti al valore della Malesia.
“Gli utili – sottolinea il rapporto della Csi – vengono realizzati a spese di bassi salari, che non permettono ai lavoratori di vivere una vita dignitosa, e vengono fatti lievitare grazie a frodi fiscali o all’inquinamento di terre e acque. Non solo: in nome del profitto, la sicurezza è trascurata”. “Finché le imprese internazionali – commenta Shara Burrow, segretaria generale della Confederazione internazionale del lavoro – non accetteranno di accogliere le richieste di un salario minimo (177 dollari Usa al mese a Phnom Penh, 250 dollari a Giacarta, 345 dollari a Manila), condanneranno i lavoratori e le loro famiglie a vivere nella povertà”.
Per questo, per trasformare il modello economico delle imprese mondiali e porre un argine alle disuguaglianze, i dirigenti sindacali presenti al Forum economico mondiale di Davos, che si è tenuto dal 20 al 23 gennaio, hanno presentato un piano in 4 punti: 1) massima attenzione da parte dei datori di lavoro a un’equa distribuzione delle ricchezze, grazie a salari minimi che consentano una vita dignitosa, e a una contrattazione collettiva che si basi sul rispetto fondamentale della libertà sindacale; 2) rispetto delle norme di sicurezza e attenzione alla partecipazione dei lavoratori ai Comitati di sicurezza; 3) rispetto da parte dei governi dello stato di diritto, oltre che delle Linee guida per le imprese multinazionali; 4) priorità per i sistemi di protezione sociale previsti nei diversi ambiti nazionali.
Per ulteriori approfondimenti si rinvia al rapporto della Csi
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