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L’ultima beffa il decreto sui trasporti

Trasporto-pubblico-locale-autobus-pullman-320x240L’ultima trovata beffa per il cittadino è il decreto del governo sui trasporti pubblici. Andando oltre l’enunciazione tecnica o quanto è stato riferito dalla stampa a seguito delle comunicazioni dell’esecutivo viene fuori la solita operazione di facciata, dove nelle intenzioni c’è il miglioramento dei servizi, proprio per i cittadini, nella realtà la solita stangata con promesse non facili da mantenere. Di certo ci sono le sanzioni per quanti saranno trovati senza biglietto, da sessanta volte il prezzo del biglietto stesso fino ad un massimo di 200 euro. Purtroppo a non pagare spesso sono soggetti senza documenti, spesso extra comunitari, come sarà erogata la sanzioni in assenza di documenti? Servirà fermare il mezzo pubblico, chiamare i vigili o i carabinieri per l’identificazione e la notifica della sanzione? In questo modo il mezzo accumula un ritardo, se di mezz’ora in città e un’ora sull’extra urbano scatta il rimborso. E il rimborso chi lo stabilisce? Quando e come sarà erogato? Quanto costerà al cittadino se mai ne avrà diritto e voglia accedere al rimborso? Chi certificherà il ritardo? Tutto questo il decreto come era prevedibile non lo dice, aggiunge solo che gli accertamenti potranno essere fatti anche da personale ausiliario, così da poter prevedere altre assunzioni clientelari e precarie. Il nodo vero per la verità sta nel fatto che il trasporto pubblico locale ed anche regionale è pagato con i soldi della fiscalità locale, i mezzi, gli autobus sono acquistati con il contributo della Regione, è scritto anche sulle fiancate, con le famigerate addizionali Irpef di regioni e Comuni, cioè con i soldi del cittadino utente, ma siccome le società di trasporto sono troppe, troppo piccole, spesso mal gestite, con personale forse in eccesso in ruoli non propriamente operativi, ecco allora arrivare il soccorso pubblico. In questo modo il cittadino paga sempre due volte, mentre l’accorpamento delle società, un sistema di gestione attento ai costi, una razionalizzazione delle tratte, l’adozione di strumenti di controllo (gps), l’attenta e scrupolosa erogazione dei fondi pubblici, permetterebbe un risparmio, capacità di investimenti in mezzi più economici e meno inquinanti. In luogo di tutto questo si assiste alla concentrazione dell’offerta nelle tratte più redditizie, scarsa concentrazione o focalizzazione sul turismo. Osservate come per la capitale partano a distanza di pochi minuti almeno tre autolinee diverse, con o senza passeggeri quella tratta è comunque redditizia, tanto paga sempre Pantalone. Questo il decreto del governo non lo governa e i furbi possono continuare a mungere la mucca Stato.

ARES