COPERTA DI ‘LIVIDI’ E ‘SANGUE’, JOANNA KRUPA RACCONTA LA NUDA VERITÀ SULLA LANA
La nuova campagna PETA della supermodella svela come le pecore sono calciate, picchiate e uccise per maglioni, sciarpe e cappotti
Roma – Nuda tranne il trucco ad effetto speciale, il quale la lascia “sanguinante” e coperta di “lividi”, la top model Joanna Krupa è la star della nuova campagna PETA in cui afferra quello che appare essere il corpo sanguinante di un agnello tosato in modo violento, sopra le parole “La lana: la nuda verità”.
“Qualora degli esseri umani venissero abusati e picchiati, avremo la possibilità di chiedere aiuto, possiamo chiamare la polizia oppure dire ad un amico o un famigliare ‘Per favore, aiutami’. Anche gli animali picchiati e abusati per la lana necessitano di alleati”, dice Krupa. “La mia campagna PETA sarà scioccante da vedere, ma spero che aprirà gli occhi delle persone, incoraggiandole a scegliere la moda senza crudeltà.”
Negli ultimi due anni, PETA ha rilasciato cinque report rivelatori, riprese in 37 strutture di produzione della lana su tre continenti, svelando come le pecore vengono mutilate, abusate e scuioiate vive, anche per la lana “fatta con responsabilità” in cosíddetti allevamenti “sostenibili”. Alcune pecore sono morte dal maltrattamento, come una pecora a cui è stato ritorto il collo da un tosatore, il quale ha confessato: “A volte mi arrabbio”.
In un’esclusiva videointervista con PETA USA, Krupa svela il fattore che l’ha convinta ad abbandonare la lana: le investigazioni PETA USA nell’industria internazionale di questo materiale. “Non avevo idea che le persone fossero così crudeli”, dice Krupa. “Picchiano queste pecore, in quegli allevamenti. Alcune vengono sbattute, gli viene rotto il collo. Milioni di animali, ogni anno finiscono morti. Le tosano in modo cosí violento che a volte le tagliano – e allora le ricuciono senza alcun antidolorifico.”
Krupa si aggiunge ad un elenco in continua crescita di celebrità – inclusi Charlize Theron, Jona Weinhofen, Eva Mendes e Penélope Cruz – le quali si sono unite a PETA, il cui motto recita in parte che “gli animali non sono nostri da indossare” per dare voce alla lotta contro la moda crudele.
Per altre informazioni, visita PETA.org.uk.