Primarie del Pd – back to back
For the loser now, Will be later to win, For the times they are a-changin’
(The times they are a changin’ – Bob Dylan)
(2013) Primarie aperte o resto a Firenze. Matteo Renzi ribadisce le condizioni per la sua candidatura alla
segreteria del Pd. Il sindaco chiede regole certe e non per «fregare i candidati», ed il futuro premier
aggiungeva “non voglio mica passare per fesso”. Come cantava il menestrello di Duluth i tempi cambiano
ed il vincitore di oggi sarà il perdente di domani o viceversa, se tre anni fa era l’allora Sindaco di Firenze a
volere regole certe per diventare il vincente del giorno dopo, ora le regole, andreottianamente, “si
applicano ai nemici e si interpretano per gli amici”. Dove gli amici sono i vari sodali dell’imperatore del PD,
ed i nemici, non Berlusconi, non Grillo, non l’estrema destra, non certo Verdini, ma la sinistra del PD, i
Marino, i Bassolino, i Morassut.
Una sinistra (sinistra?) come è (o dovrebbe essere) il PD che fagocita la sua stessa componente più dem
trasformandola nel nemico. Di fronte all’evidenza di numeri disastrosi dove dalla mattina alla sera i votanti
calano di un ulteriore 10% a Roma, dove di fronte all’evidenza di video inoppugnabili dove vengono pagati
elettori per votare il tal candidato, la direzione del Partito Democratico(?) tramite i suoi comitati di
garanti(?) riesce a rigettare i ricorsi dei suoi stessi esponenti non perché il fatto non sussiste, ma perché le
dita nella marmellata sono state svelate oltre le 24 ore…. Desolante a dir poco, quelli che pochi anni fa
inveivano contro la prescrizione delle leggi ad-personam del Caimano, oggi l’applicano con la stesas
rigidezza di un asceta ai loro stessi comportamenti.
L’unica cosa che manca in tutta questa triste vicenda sono gli elettori, pochi e disorientati, ancora fedeli ad
un partito di governo che le uniche direttive europee che adotta sono quelle a favore delle banche, ne
rimangono 89 di procedure di infrazione a nostro carico, ma non essendo foriere di benefici evidentemente
non necessitano della dovuta attenzione. Un governo talmente incapace da riuscire a farsi bocciare il
bilancio previsionale dalla Commissione UE che prevede un buco da 3,5-4 miliardi di euro, il totale dell’IMU
che il cacciatore di elettori ha giustamente, ma improvvidamente, dimenticando di coprirne gli effetti
provocati e sperando nell’ennesima ‘flessibilità’, cancellato.
Storia finita quella delle primarie del PD? Tutt’altro, ogni giorno che passa avvicina la possibilità che
Bassolino e Marino si presentino sotto l’ombrello di una lista civica, e allora sì che ne vedremmo delle belle,
ad maiora.
MAURIZIO DONINI