Home

L’Egitto la smetta di prenderci per i fondelli! L’Italia si indigni!

Regeni: genitori, "Governo reagisca a messa in scena"I genitori di Giulio Regeni si dicono «feriti e amareggiati dall’ennesimo tentativo di depistaggio da parte delle autorità egiziane» e «certi della fermezza con la quale saprà reagire il nostro Governo a questa oltraggiosa messa in scena».

«Siamo feriti ed amareggiati – affermano all’agenzia Ansa – dall’ennesimo tentativo di depistaggio da parte delle autorità egiziane sulla barbara uccisione di nostro figlio Giulio che, esattamente due mesi fa, veniva rapito al Cairo e poi fatto ritrovare cadavere dopo otto giorni di tortura». «Siamo certi – aggiungono i genitori di Regeni – della fermezza con la quale saprà reagire il nostro Governo a questa oltraggiosa messa in scena che peraltro è costata la vita a cinque persone, così come sappiamo che le istituzioni, la nostra procura ed i singoli cittadini non ci lasceranno soli a chiedere ed esigere verità». «Lo si deve non solo a Giulio – concludono – ma alla dignità di questo Paese».

Una foto della famiglia Regeni che espone la bandiera di Amnesty International con la scritta «Verità per Giulio Regeni». L’ha postata oggi fa Irene Regeni, sorella del ricercatore barbaramente ucciso al Cairo. Ritrae lei, il papà Claudio e la mamma Paola, nel giardino di casa. Nessun commento, come «risposta silenziosa» alle ultime voci sulle indagini egiziane sul delitto.

Ieri al Cairo una banda specializzata in rapine e sequestri nei confronti di stranieri è stata sgominata e cinque suoi componenti uccisi. Secondo il governo egiziano la banda «è dietro all’uccisione di Regeni» e in casa di familiari di un componente della banda è stato trovato il passaporto ed altri documenti del ricercatore friulano.

Fonti di palazzo Chigi oggi hanno fatto sapere di seguire da vicino gli sviluppi della vicenda Regeni. Il governo italiano continua ad essere determinato, spiegano le stesse fonti, affinché le indagini in corso facciano piena, totale luce, senza ombre o aloni sulla morte del giovane ricercatore italiano.

Il ministero dell’Interno egiziano, in un comunicato pubblicato dall’agenzia ufficiale Mena, ha annunciato intanto che le indagini sull’uccisione di Regeni proseguono «in coordinamento» con il pool di investigatori italiani sulle attività della banda di sequestratori sgominata ieri e sui documenti del ricercatore italiano rivenuti in casa della sorella del capo del gruppo. «Il ministero dell’Interno ha dichiarato che gli apparati d’indagine proseguono il loro coordinamento con il team della sicurezza italiana per esaminare tutte le relazioni della banda, i crimini che hanno commesso, le aree dove hanno avuto luogo e le cose rinvenute», scrive la Mena. Nel comunicato di oggi il ministero spiega che «la Procura generale di Shubra El-Khema prosegue da ieri le indagini sulla sorella, suo marito e la moglie del principale accusato, Tarek Abdel Fatah», aggiunge l’agenzia egiziana.

Gentiloni: «Vogliamo la verità». «#Regeni Italia insiste: vogliamo la verità». Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.