Con l’Egitto occorre il pugno duro!
Fermezza e determinazione! Con questi due elementi il governo e per esso il Ministro degli esteri Gentiloni si sta muovendo nei confronti dell’Egitto. D’altro canto l’atteggiamento dell’Egitto sul caso Regeni non lascia alternativa alcuna. Depistaggi, piste farlocche, colpevoli non colpevoli prontamente messi fuorigioco e passati per le armi, prove concrete nessuna e nessun riscontro investigativo serio o degno di questo nome. L’incontro a Roma tra gli investigatori egiziani e il pool investigativo italiano diretto dal procuratore Pignatone si è risolto in una vacanza romana per il team egiziano e per un offesa alla dignità del nostro Paese e all’intelligenza e all’acume investigativo di Pignatone, Colaiocco più i tecnici a supporto. Il richiamo dell’ambasciatore non può non essere un’azione condivisa a patto che sia solo la prima di una serie di iniziative politico diplomatiche volte a far capire all’Egitto, che non ci sarà un altro caso Marò e che l’Italia è stanca di essere offesa e bistrattata. Ora occorre solo fare attenzione e vigilare affinché le lobby degli affari e con l’Egitto non sono pochi, non s’avanzi per minimizzare e sopire, come diceva la buonanima di Giulio Andreotti, in modo da “non danneggiare” il business. Dall’Eni, all’Italcementi, alla Techint, ai Tour operator sono in molti a temere un raffreddamento delle relazioni e sono anche in tanti ad avere buoni uffici nei palazzi del potere, ma questa volta è fortemente in gioco la credibilità e il prestigio nazionali, pertanto se il gioco si dovesse fare duro i duri dovrebbero imparare a giocare e non a fare melina. Verificheremo nelle prossime settimane, certo il profumo del business è fortissimo, così come sono forti e pesanti gli interessi del nostro Paese, ma la morte in simili condizioni di un nostro connazionale, e che connazionale, non può davvero passare sotto silenzio, qualsiasi sia l’interesse in gioco!
ARES