Italiani – Panem et circenses
La libertà non è star sopra un albero non è neanche un gesto un’invenzione la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione
La libertà, Giorgio Gaber
Ed anche il referendum cosiddetto “trivelle” è archiviato, seguendo la solita logica della “non
partecipazione”, ma quello che mi stupisce non è la bassa affluenza, ma che ci si stupisca di questo. Non è
neanche corretto attribuire la colpa al cialtronismo del duo Renzi-Napolitano, se anche avessero invitato ad
andare a votare non sarebbe cambiato nulla se non, forse, qualche decimale di punto. Ma davvero è
possibile stupirsi dell’appello di politici che in nome del “lavoro” lasciano che Taranto muoia sotto i fumi
dell’Ilva?
Il problema degli italiani sono gli italiani stessi, i due terzi del popolo italico è il ventre molle del paese, la
parte improduttiva, se non dal punto di vista materiale, da quello socio-culturale, due terzi ad essere
ottimisti, guardando i voti potremmo anche dire i ¾, ma poco cambierebbe nella sostanza.
Siamo sempre il popolo allevato a panem et circenses, sempliciotti, ignoranti, menefreghisti, le icone del
Nimby. I valori principali che affollano le conversazioni dei presuntuosi italioti sono il ristorante ove
ingozzarsi in maniera smodata, anche se di bassa qualità, portarsi a letto il o la collega, l’apparenza
dell’ultimo fonino da mostrare agli amici senzienti, la macchina lucida, il divano e la tv ove stordirsi con
l’ultimo real o talent ad uso e consumo di un popolo decerebrato, pancia piena e sorriso sul volto, panem et
circenses.
La trivella fronte spiaggia non è poi un grande problema per il neanderthal dello stivale, tanto in vacanza si
va sul Mar Rosso che fa tanto ‘cool’, ci si lamenta del massacro del caso Regeni, e si portano i tanti eurini a
Sharm, è il Nimby (not in my backyard) che ritorna, chi più non ha votato è chi la trivella non ha, non per
niente solo la Basilicata ha superato il quorum. A nord votano contro le centrali nucleari perché le hanno in
casa, a sud per le trivelle nel loro splendido mare, nessuno vince e tutti guardano solo in casa propria,
intanto la solidarietà piange in un angolino dimenticata da tutti.
MAURIZIO DONINI