Da Infolampo: Camusso – Rifugiati
Camusso: ecco perché le politiche del governo sono
vecchie
In un Paese in cui il tasso di analfabetismo funzionale è ancora del 72%, e dove i giovani laureati (molto
pochi in confronto alle percentuali europee) sono anche costretti a emigrare perché le aziende non li
richiedono, è assolutamente sbagliato penalizzare ulteriormente il sistema di istruzione e formazione.
Così come è sbagliato affidarsi totalmente alle imprese per avere uno sviluppo e un’innovazione al passo
con i tempi. Il ruolo del pubblico non si può continuare a mortificare, così come il governo continua a
sbagliare concedendo alle imprese la possibilità di
perseverare sulla linea dell’abbassamento del costo del
lavoro. I redditi da lavoro si continuano a deprimere
(bloccando quindi la ripresa dei consumi), mentre quella
che avrebbe dovuto essere la grande operazione di
stabilizzazione del lavoro con il Jobs Act si sta
trasformando nell’ennesimo regalo alla precarietà,
soprattutto con la diffusione massiccia dei voucher. Sono
questi, per estrema sintesi, i principali argomenti utilizzati
ieri dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso
durante una tavola rotonda a Bologna organizzata dalla Cgil
Emilia Romagna. La leader della Cgil ha criticato punto per
punto l’intervento del ministro del lavoro Giuliano Poletti
che ha tentato una malriuscita difesa delle politiche del
governo Renzi in tema di lavoro e pensioni. Senza toni
polemici, ma con un’analisi che è andata a fondo dei tanti
errori che si stanno perpetuando, Susanna Camusso ha parlato di banda larga, pensioni, infrastrutture,
Enel, Telecom, innovazione, riforma delle pensioni, politiche a favore dei giovani in un Paese in cui
invece di guardare al futuro si è capaci solo di ripercorrere le vecchie strade del passato.
DEF. L’ITALIA NON RIPARTE: UN MILIONE E 600 MILA POSTI PERSI. “Quella che il ministero
dell’Economia ripropone con il Def 2016 è una politica economica per restare nella crisi. Nonostante la
mancata ripresa, italiana ed europea, la deflazione e il peggioramento del contesto internazionale, viene
confermata la strategia economica avviata dal governo ormai tre anni fa, con misure di consolidamento
delle finanze pubbliche a scapito di una politica espansiva”. Questo il commento della Cgil al Documento
di economia e finanza 2016, illustrato ieri dal segretario confederale della Cgil Danilo Barbi nel corso
dell’audizione presso le Commissioni congiunte Bilancio del Senato della Repubblica e della Camera dei
Deputati. All’audizione ha partecipato anche il coordinatore dell’Area politiche economiche e di
sviluppo, Riccardo Sanna.
“L’Italia non è ripartita – si legge nel documento della Cgil – e i dati rispetto ai livelli pre-crisi sono
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Rifugiati, la Germania si oppone agli eurobond
Accoglienza positiva a Bruxelles per il Migration compact messo a punto dall’Italia. Ma Berlino dice no
ai titoli di debito comuni per finanziare le spese.
L’Unione europea apre al Migration compact proposto dall’Italia, ma Berlino boccia gli eurobond.
L’Unione europa ha accolto con favore, almeno in via ufficiosa, il Migration compact messo a punto
dall’Italia.
Ma la Germania si oppone e boccia la proposta più innovativa del piano, finanziare con l’emissione di
eurobond gli accordi con i Paesi terzi per frenare il flusso di profughi, migranti e richiedenti asilo.
«Il governo tedesco non vede alcuna base per l’emissione di titoli di debito comuni per finanziare le spese
degli Stati membri sulle politiche migratorie», ha tagliato corto il portavoce del governo tedesco, Steffen
Seibert.
LA CONTROPROPOSTA: UNA TASSA SULLA BENZINA. Da Bruxelles fonti europee hanno riferito
che la Germania punterebbe a una tassa speciale sulla benzina, di cui il ministro delle Finanze, Wolfgang
Schaeuble, avrebbe già discusso con il presidente della Commissione, Jean Claude Juncker.
Il portavoce dell’esecutivo europeo, Margaritis Schinas, non si è sbilanciato: «La Commissione europea
ha sempre sostenuto che occorre essere creativi, abbiamo preso buona nota della proposta italiana, ma
sono state formulate anche altre proposte. Non posso dare, in questa fase, una posizione della
Commissione europea».
RENZI: «L’UE DEVE FARSI CARICO DEL TEMA». Il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha
replicato al portavoce del governo tedesco, osservando che «l’Unione europea deve farsi carico del tema.
Noi abbiamo proposto gli eurobond. Bene Juncker, se la Merkel e i tedeschi hanno soluzioni diverse ce le
dicano, non siamo affezionati ad una soluzione in particolare. Ma sia chiaro che il problema lo deve
risolvere l’Unione europea tutta insieme».
Da Schinas sono arrivati per la verità anche apprezzamenti più espliciti: «Il presidente Juncker è molto
contento che l’approccio europeo trovi forte sostegno» da parte dell’Italia e del suo premier, ha detto il
portavoce della Commissione. Aggiungendo che «lavoreremo a stretto contatto con il premier Renzi per
continuare a spingere e avere sempre più Europa».
GENTILONI: «IL NAUFRAGIO DEI SOMALI È MOTIVO IN PIÙ». La Commissione, ha ricordato
Schinas, è convinta che «solo un approccio europeo più forte, che copra sia la dimensione interna sia
quella esterna delle politiche dell’Unione, ci possa aiutare a gestire i flussi dei migranti in modo ordinato,
in uno spirito di accresciuta solidarietà e capace di ripristinare un sistema Schengen pienamente
funzionante». La Germania, però, la vede diversamente, almeno per quanto rigurda la questione cruciale
delle risorse economiche da mettere sul piatto.
Il pressing italiano è stato portato avanti anche dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, al vertice dei
ministri degli Esteri dell’Unione europea che si è tenuto a Lussemburgo. Gentiloni ha illustrato il piano ai
colleghi europei nel giorno in cui, esattamente un anno fa, il naufragio con oltre 800 morti al largo delle
coste libiche fece scattare la reazione europea. Il titolare della Farnesina ha osservato che la nuova strage
del Mediterraneo, con centinaia di dispersi al largo dell’Egitto, «è un motivo in più per discutere il
Migration compact preparato dall’Italia».
MOGHERINI: «CONTRIBUTO POLITICO POSITIVO». L’Alto rappresentante per la politica estera
dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha definito il piano italiano «un positivo contributo politico»,
finalizzato ad «aumentare l’impegno combinato di istituzioni e Stati membri». Ma ha sottolineato anche
che «molti elementi del Migration compact supportano lavori e attività che già facciamo». Mogherini ha
ricordato la creazione del Trust Fund per l’Africa, attraverso il quale sono già stati allocati «700 milioni di
euro per progetti concreti mirati a sostenere non solo le autorità nazionali, ma anche iniziative locali». Il
dialogo europeo con Mali, Ghana, Costa d’Avorio, Etiopia, Niger e Sudan è «già in corso», e l’Unione è
intenzionata anche «a rafforzare i legami» con i Paesi del Sahel.
Su come però tutto ciò debba avvenire, e soprattutto su come vada finanziata la gestione
dell’immigrazione, gli Stati membri sono ancora lontani dall’aver trovato una risposta e una voce comuni.
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eurobond_43675242572.htm