Da Infolampo: Perugia Assisi – Disoccupazione
Il 9 ottobre torna la PerugiAssisi
Sarà presentata oggi la nuova Marcia della pace e della fraternità. Contro la rassegnazione e
l’indifferenza che circondano le molte tragedie dei nostri giorni: dalle guerre alle migrazioni, dal
terrorismo alle stragi e alle violenze che si susseguono
di Alice Frei
“Possiamo fare a meno dell’Europa”. “Dobbiamo impedire a chi cerca rifugio nel nostro continente di
arrivare da noi”. “La solidarietà è un lusso che non ci possiamo più
permettere!”. “La guerra è inevitabile”. Contro queste idee e politiche
che alimentano le paure, accentuano le divisioni, avvelenano i
rapporti e allontanano le soluzioni, l’appuntamento è per la nuova
Marcia PerugiAssisi in programma per domenica 9 ottobre 2016.
Sarà la Marcia della pace e della fraternità contro la rassegnazione e
l’indifferenza che circondano le molte tragedie dei nostri giorni: dalle
guerre alle migrazioni, dal terrorismo alle stragi e alle violenze che si
susseguono. Oggi conferenza stampa di presentazione con la
partecipazione di Flavio Lotti, Tavola della pace; Sergio Bassoli,
Rete della Pace; Don Luigi Ciotti, Libera; Alex Zanotelli,
missionario; p. Enzo Fortunato e p. Egidio Canil, Sacro Convento di
San Francesco d’Assisi; Giuseppe Giulietti, Presidente Fnsi; Andrea
Ferrari, Presidente Coordinamento nazionale Enti Locali per la pace
e i diritti umani; Franco Uda, Arci; Fausto Durante, Cgil; Barbara
Scaramucci, Articolo 21; Vittorio Cogliati Dezza, Legambiente;
Maurizio Simoncelli, Archivio Disarmo; Guido Barbera, Presidente
CIPSI; Graziano Zoni, Emmaus Italia.
Di seguito il testo dell’Appello che lancia l’appuntamento di ottobre.
Viviamo in un tempo di grandi tensioni, conflitti e preoccupazioni. Ogni giorno siamo costretti a fare i
conti con problemi complessi ignorati o sottovalutati da lungo tempo. Dalla miseria alla distruzione di
posti di lavoro, dalle guerre alle migrazioni, dalla devastazione ambientale al cambiamento climatico.
Problemi sociali, economici, ambientali e politici che spesso abbracciano l’intero pianeta, diseguaglianze
ed ingiustizie che non trovano un adeguato impegno di coloro che hanno la responsabilità di intervenire.
Il nostro modello di vita e di sviluppo è insostenibile, produce ingiustizie, crisi e guerre.
Ad aggravare la situazione si stanno facendo strada in Europa alcune idee e politiche pericolose che
aumentano le paure, accentuano le divisioni, avvelenano i rapporti e allontanano le soluzioni. Idee e
politiche che ci fanno male e che dobbiamo contrastare con forza.
Una prima idea pericolosa è quella di chi sostiene che “possiamo fare a meno dell’Europa”, che dobbiamo
tornare indietro alle monete e alle frontiere nazionali ricostruendo muri e confini. L’Europa che oggi
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Proposte per un sussidio di disoccupazione Ue
Articolo pubblicato dal Menabò di Eticaeconomia
Un sussidio europeo sarebbe non solo uno strumento di assicurazione contro i rischi associati a shock
asimmetrici, ma anche uno strumento di solidarietà tra i diversi Stati Membri
di Elena Monticelli
Nell’ultimo anno , da diverse fonti istituzionali ed accademiche è emersa la proposta di introdurre un
sussidio di disoccupazione europeo, che sia in vigore quantomeno nei paesi dell’Eurozona come possibile
strumento di stabilizzazione contro i c.d. shock macroeconomici asimmetrici (quelli, cioè, che colpiscono
con diversa intensità i paesi membri dell’Eurozona). Un dispositivo del genere viene visto con favore dai
suoi proponenti dato che la definizione di un sussidio di disoccupazione europeo, da un lato,
rappresenterebbe un’importante novità nel panorama delle misure anticrisi adottate dall’Unione Europea
e, dall’altro, favorirebbe la riapertura di una riflessione profonda sulla necessità o meno di procedere
verso una maggiore armonizzazione degli strumenti di protezione sociale a livello europeo.
In questa scheda (che è la versione sintetica di un lavoro di prossima pubblicazione sulla rivista Economia
& Lavoro) si discutono alcuni aspetti che si ritengono rilevanti per valutare l’adeguatezza e l’effettiva
praticabilità di un sussidio europeo di disoccupazione (EUBS- European Unemployment Benefits
Scheme), con riferimento, in particolare, al tema della compatibilità con i Trattati Europei e con gli attuali
sussidi nazionali (in Italia, Naspi, Asdi e Diss-Coll).
L’idea di un sussidio di disoccupazione definito a livello comunitario non è nuova; già nel 1975 era stata
avanzata dall’ex Commissario Ue francese Robert Marjolin, ma era ben presto scomparsa dal dibattito
europeo.
La discussione si è riaperta solo nel giugno 2012 con il noto “Rapporto dei 4 Presidenti” seguito
nell’ottobre 2013 dal documento dei 5 Presidenti. Nel settembre del 2014, la European Parliament’s
Added Value Unit ha pubblicato il rapporto Cost of Non-Europe, in cui si ribadisce che un regime
comune di assicurazione contro la disoccupazione avrebbe costituito un potenziale risparmio di 71
miliardi di euro tra il 2009 e il 2012 per i paesi più colpiti dalla crisi. L’ex commissario europeo
responsabile di Employment, Social Affair and Inclusion, László Andor, si è più volte espresso a favore
di un sistema di EUBS (European Unemployment Benefit Scheme) e il18 luglio 2014, i ministri dell’
EPSCO (Employment, Social Policy, Health and Consumer Affairs Council) hanno discusso per la prima
volta di un possibile sistema di assicurazione contro la disoccupazione a livello europeo e delle sue
implicazioni per il bilancio dell’eurozona.
Infine, tale misura è stata anche menzionata nella “relazione dei 5 presidenti” del giugno 2015 e, sempre
nel 2015, il Ministro dell’Economia e delle Finanze (MEF) italiano Pier Carlo Padoan ha presentato un
piano per l’introduzione di un EUBS (European Unemployment Benefits Scheme) in un discorso tenuto
presso l’Università di Lussemburgo, e il MEF ha contestualmente presentato un documento sul tema.
La necessità di un sussidio europeo di disoccupazione nasce senz’altro dall’esigenza di costruire un
meccanismo di stabilizzazione per attutire l’impatto degli shock asimmetrici in periodi di crisi economica,
ma potrebbe aiutare a rispondere alla necessità di porre rimedio ad un “peccato originale” dell’Unione
monetaria: la mancanza di un coordinamento delle politiche fiscali, oltre che sociali, fra gli Stati membri.
Le proposte di policy – qui di seguito brevemente elencate – per l’introduzione di uno schema europeo di
assicurazione contro il rischio di disoccupazione sono diverse, le principali si possono così differenziare:
un modello di EUBS inteso come meccanismo comune d’intervento in situazioni emergenziali, oppure
come schema europeo di protezione minima, infine come copertura del rischio entro certi limiti (cfr.
MEF, G. Becatti, G. Di Domenico, G. Infantino; “Un assicurazione europea contro la disoccupazione:
contesto, analisi e proposte di policy”, Note tematiche, n. 1, gennaio 2015).
Per quanto riguarda il modello di EUBS inteso come meccanismo comune di intervento in situazioni
emergenziali, si prevede l’istituzione di un possibile European Re-insurance Fund, alimentato
regolarmente da contributi nazionali e con funzioni di supporto ai sistemi assicurativi nazionali. (per un
maggiore approfondimento si rimanda a D. Gros, Automatic stabilisers for the Eurozone, ottobre 2013).
Il secondo modello (cfr. S. Dullien, Assessing the stabilization impact of a European Unemployment
Benefit Scheme: Is the US model the right point of reference?) invece, prevede un EUBS caratterizzato
da: un’assicurazione per tutti i lavoratori UE; un tasso di sostituzione (rapporto fra beneficio e salario)
pari al 50 per cento del salario assicurato; una durata massima del beneficio di 12 mesi. La rete di
protezione sarebbe finanziata attraverso il trasferimento di contributi sociali pagati dai lavoratori e/o dai
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