Home

Se anche Padoan …………

padoanAbbiamo più volte scritto sulla scarsa qualità dei componenti del nostro esecutivo, proprio ieri mettevamo in luce le tante promesse mancate del premier Renzi e l’incapacità del governo di avviare una vera svolta nei settori della PA, dell’economia, delle tasse, della semplificazione della burocrazia, dell’occupazione. Eravamo altresì convinti delle capacità, superiori alla media dei suoi colleghi del ministro Padoan, stimato economista, rigoroso, non incline alla comunicazione d’effetto, gran tessitore di rapporti utili in Europa. La smentita arriva fulminea dalle dichiarazioni rilasciate dal professore proprio ieri alla stampa sulla necessità di “porre fine ai tagli e pensare alla crescita”, testuale Padoan ha detto “Basta tagli, ora pensiamo alla crescita”. Bene, siamo d’accordo! Peccato Padoan non abbia seguito il “dibattito” scaturito in queste ultime settimane tra il precedente commissario alla spending review e l’attuale commissario, il prof. Perotti e l’attuale Gutgeld. Bene, Perotti rimprovera a Gutgeld che aveva promesso tagli consistenti alla spesa, come i suoi predecessori, di non averne fatti, o meglio i tagli se mai ci sono stati non erano così consistenti e comunque sono stati resi vani dalla crescita della spesa. Stesso ragionamento lo troverete nel nostro articolo di ieri dove tra le altre promesse mancate da Renzi trovate anche il capitolo della spending. Peccato inoltre l’assenza costante di impegni di spesa per favorire lo sviluppo, per cui non si procede ai tagli necessari, dall’altro lato si aumenta la spesa, ma questa è improduttiva. Il danno è doppio, cresce la zavorra del debito e l’economia non riparte per l’assenza di investimenti produttivi in grado di creare occupazione. Siamo pertanto basiti e delusi dal constatare l’iscrizione del Ministro Padoan nel club dei bufalari. A questo punto ci restano poche residue speranza di vedere un’azione politica seria e rigorosa, un’attività volta a far ripartire l’economia, i consumi che sono di nuovo al palo e soprattutto l’occupazione, quella giovanile oramai divenuta un autentico atto di accusa per tutta la nostra classe dirigente, incapace, sorda e culturalmente inadeguata.

ARES