Banche: al palo prestiti a famiglie e imprese, aumentano le sofferenze nette
(Teleborsa) – Ad agosto 2016 l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.807,6 miliardi di euro è nettamente superiore (oltre 136 miliardi) all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.671,3 miliardi di euro. Nello stesso periodo, in lieve miglioramento, ancorché su valori prossimi allo zero lo stock dei finanziamenti in essere a famiglie e imprese, con una variazione annua pari a -0,3% nei confronti di agosto 2015, valore migliore rispetto al -0,6% di luglio e al -4,5% di novembre 2013, quando raggiunse il picco negativo, ritornando ora sui valori di maggio 2012. In aumento l’ammontare complessivo dei mutui alle famiglie. Sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili, relativi a luglio 2016, l’ammontare complessivo dei mutui in essere delle famiglie ha registrato un variazione positiva di +1,8% nei confronti di fine luglio 2015 (quando già si manifestavano segnali di miglioramento). Il dato conferma la ripresa del mercato dei mutui, colta inizialmente con l’impennata dei nuovi mutui. E’ quanto rivela l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) nel Rapporto mensile del mese di settembre. Il totale prestiti all’economia (che include le famiglie, le imprese e la pubblica amministrazione) ha segnato una variazione prossima allo zero (-0,2%). Dalla fine del 2007 ad oggi, i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.807,6 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese sono cresciuti da 1.279 a 1.404 miliardi di euro. Scendono i tassi di interesse sui prestiti. Ad agosto 2016, il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,98%, toccando il nuovo minimo storico (3% il mese precedente; 6,18%, prima della crisi, a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all’1,65%, nuovo minimo storico, 1,71% il mese precedente, (5,48% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,20% (2,09% il mese precedente, minimo storico; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Guardando alle sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con proprie risorse) a fine luglio 2016 sono pari a quasi 85 miliardi di euro rispetto a 83,7 miliardi di giugno. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,76% a luglio 2016, 4,66% a giugno 2016 (4,93% a fine 2015; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). A fine agosto 2016, i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) aumentano di oltre 58 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +4,6%; +5% a luglio). Sempre su base annua, è in diminuzione la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni. (Agosto 2016: -15,5%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di quasi 62 miliardi di euro). Nello stesso mese, l’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra un calo dello 0,2% su base annua. Dalla fine del 2007 ossia prima dell’inizio della crisi ad oggi, la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.671,3 miliardi di euro. In valore assoluto è aumentata di oltre 158,5 miliardi. Il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) in Italia si è collocato all’1,04% (1,06% il mese precedente; 2,89% a fine 2007). Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) si è attestato allo 0,42% (0,43% il mese precedente), quello sui Pronti Contro Termine (PCT) a 1,36% (1,38% il mese precedente). Il rendimento delle obbligazioni è risultato pari al 2,84%, 2,86% il mese precedente. Lo spread fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie permane in Italia su livelli particolarmente bassi. Ad agosto 2016 è risultato pari a 194 punti base (194 punti base anche il mese precedente). Prima dell’inizio della crisi finanziaria lo spread superava i 300 punti (329 punti a fine 2007).