Fallisce la Hanjin merci restano in mezzo al mare
La settima compagnia mondiale di shipping e trasporti marittimi su container fallisce. Si tratta della coreana Hanjin un colosso da 141 navi sparse per il mondo in particolare dedicate al trasporto container. Sono proprio i container, circa 10.000 ad essere bloccati con il loro carico di merci in mezzo al mare o nei porti dove sono stati posti sotto sequestro dopo l’avvio della procedura fallimentare. Diecimila container, forse qualche migliaio in più contando quelli in esportazione dall’Italia, contenenti merci “preziose” per il mercato interno e per lo shopping dei prossimi mesi, elettronica di consumo, elettrodomestici, abbigliamento, prodotti per la casa, per l’arredamento, componenti per l’industria meccanica, automobilistica e moto, per un controvalore superiore agli 800 milioni di euro. Tutto fermo, paralizzato da una delle più devastanti e clamorose bancarotte nella storia mondiale dello shipping, in grado di generare conseguenze a cascata dalle dimensioni imprevedibili. In primo luogo una crisi pesante nel settore dell’autotrasporto, nel settore commerciale, in particolare per i centri commerciali che non potranno essere riforniti in tempo e all’arrivo la merce potrebbe già essere superata da modelli di più recente fabbricazione. Magari in questo caso per la gioia di molti consumatori che potrebbero trovare tra qualche mese merce di primissima qualità a prezzi scontatissimi. Intanto il collasso della Hanjin ha portato al blocco delle attività della filiale italiana e alla precaria situazione dei lavoratori, circa 92 di questa filiale in maggioranza di stanza a Genova. Una bella gatta da pelare per tutti, Ministero dei trasporti, associazioni di categoria, sindacati, ma anche consumatori, aziende lasciati a secco per settimane di merce indispensabile alla produzione alla vendita.
r.an.