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Mali da ufficio: il 94% degli italiani soffre di disturbi da cattiva postura

lavorabeneA Confindustria Ancona il convegno sull’ergonomia: presentata la ricerca

Loudhouse per Fellowes.

Collo irrigidito, vista annebbiata, dolore alla schiena. La lista dei mali da

scrivania è davvero lunga. E a farne le spese sono anche i colletti bianchi, A

soffrirne, infatti, il 94% degli impiegati d’ufficio italiani che sono soliti passare in

media sette ore al giorno incollati al pc. Lo rivela uno studio condotto

dall’istituto londinese Loudhouse per Fellowes Leonardi, azienda leader nel

settore degli accessori da ufficio. La ricerca è stata presentata ieri, a

Confindustria Ancona, nel convegno Lavora Bene, Vivi Meglio e produci di più.

Un incontro, dedicato ad architetti, imprenditori e consulenti del lavoro, nel

quale l’amministratore delegato di Fellowes Paolo Leonardi, il vicepresidente

Sie – Società italiana di ergonomia – Federico Terenzi, Lory Santarelli,

professore associato di Medicina del Lavoro presso la facoltà di Medicina e

Chirurgia dell’Università Politecnica delle Marche, hanno illustrato, insieme alla

fisioterapista Monica Giovagnoni, i problemi legati a un “ufficio malato” e le

regole di un “ufficio sano”. Sorprendenti i risultati della ricerca sviluppata su 501

dipendenti provenienti da diversi settori. Secondo i dati dell’istituto londinese, il

97% dei lavoratori italiani afferma di restare a lungo seduto davanti allo

schermo del computer senza pause e dimenticandosi di riposare gli occhi. Ed

ecco che i disturbi muscolo – scheletrici sono sempre in agguato. il 61% degli

intervistati ammette di soffrire di mal di schiena, il 55% di mal di testa, il 47% di

mal di collo e il 49% di dolori alle spalle. Patologie accusate una volta al giorno

da un italiano su tre. Colpa di posture scomode e di un ambiente lavorativo

inadeguato, secondo l’83%, che sostiene come le assenze per malattia

possano ridursi investendo in prodotti ergonomici. ““E’ imperativo – afferma

Paolo Leonardi – preservare la salute collettiva dotando gli uffici di un

equipaggiamento che soddisfi le esigenze ergonomiche, Le aziende sono

sempre più consapevoli di come un ambiente di lavoro ergonomicamente

adeguato influisca significativamente sui bilanci aziendali. Ma c’è ancora spazio

per migliorare. Fellowes, dal canto suo, prosegue nel lavoro di sviluppo di

prodotti orientati al well being, ma anche nella diffusione della cultura

dell’ergonomia sul posto di lavoro”. Eppure non a tutti è riservato lo stesso

livello di comfort quando si tratta di lavoro: solo il 62% può contare su tavoli

regolabili, poggiapiedi, poggiapolsi e speciali supporti per la schiena aggiunti

alla sedia. Il 32% dei lavoratori dice di arrangiarsi con accorgimenti

improvvisati. La mappatura di Loudhouse indica come livelli di dolore e disagi

siano sempre più diffusi. Basti pensare che quattro italiani su 10 affermano di

prendere in media dieci giorni di permesso l’anno per malattia. Un ambiente

poco confortevole ha effetti negativi anche sulla vita privata dei lavoratori: il

49% ammette di aver preso, negli ultimi tre anni, medicinali, il 33% di essersi

rivolto a un fisioterapista, medico o chiropratico, il 16% di aver ridotto o

abbandonato hobby o interessi, il 3% di aver addirittura lasciato il lavoro. Che

fare allora perché scrivania e computer non diventino strumenti di tortura?

“E’ necessaria – afferma il vicepresidente Sie Terenzi -una corretta

progettazione dell’ambiente e della postazione di lavoro,  tenendo conto della

qualità dell’aria, del microclima, dell’illuminazione ma anche dell’acustica e

degli effetti del rumore. Tutti elementi che rivestono un ruolo essenziale sulla

salute dell’uomo e del lavoratore, ma anche sull’efficienza dell’azienda,

presupposto di business”.  A dettare le regole d’oro per stare bene in ufficio la

fisioterapista Monica Giovagnoni:: “La sedia – spiega – va regolata in base alla

persona e può variare da un minimo di 39 centimetri a un massimo di 55

centimetri. E’ fondamentale, poi, ascoltare i segnali che ci lancia il nostro corpo

in modo da poter intervenire tempestivamente”. Aggiunge la professoressa

Santarelli: “ Il nostro corpo è costruito per il movimento e il lavoratore ha diritto

a una pausa attiva di 15 minuti ogni due ore”. Quanto alla responsabilità dei

disturbi da scrivania, la maggioranza degli intervistati afferma che sia del datore

di lavoro: il 47% sostiene che spetti all’azienda proteggere il suo team, mentre il

27% ritiene che anche il lavoratore debba fare la sua parte. Lo studio rivela

anche una maggiore consapevolezza da parte degli italiani della necessità di

un ambiente di lavoro sano. L’87% chiede l’introduzione in azienda della figura

del difensore del benessere e il 68% dichiara che, se sollecitato, con ogni

probabilità segnalerebbe eventuali problemi legati alle abitudini lavorative

insane. C’è però una percentuale significativa, il 49%, che preferisce soffrire in

silenzio. Il sondaggio mostra infine come solo il 27% degli intervistati ha goduto

di un’analisi dei rischi della propria postazione lavorativa negli ultimi sei mesi,

obbligatoria in base alle norme vigenti su salute e sicurezza.

Fellowes. Fellowes Inc. nasce a Itasca, in Illinois. Dal 1917 realizza prodotti ed accessori

per ufficio. Ad oggi ha sedi operative in 14 paesi e impiega oltre 1100 persone in tutto il

mondo. L’azienda entra nel mercato un secolo fa, con le Bankers Box ,che diventano

presto un prodotto icona del mondo dell’archiviazione d’ufficio, e col tempo si dimostra

capace di interpretare e leggere i mutamenti del luogo di lavoro proponendo una serie di

prodotti e accessori atti a facilitare l’utilizzo delle nuove tecnologie. Nel 1997 dalla joint

venture con la Leonardi spa, che opera dal 1960 nella trasformazione delle materie

plastiche per il mercato degli accessori per ufficio, nasce Fellowes Leonardi , azienda che

vanta oggi una posizione di leadership nel settore di riferimento. L’attenzione di Fellowes

Leonardi nei confronti dei mutamenti sociali e delle nuove abitudini di lavoro e di vita è

costante e la porta a proporre, parallelamente a una linea di prodotti innovativa e

contemporanea, anche una serie di campagne ed iniziative di formazione rivolte all’utente.

Moretti Comunicazione

Letizia Larici

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