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Da Infolampo: Donne – Sicurezza

donnedalleideeConcrete. Dalle idee, il fare

È questo il titolo dell’Assemblea nazionale delle donne dello Spi Cgil che si terrà a Verona dal 21 al 23

novembre. Tre giorni di confronto, dibattito, approfondimento sulle politiche di genere, alla vigilia della

Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, che coinvolge tutti i Coordinamenti Donne che

lavorano quotidianamente sul territorio.

Un’occasione particolarmente significativa perché cade nel settantesimo anniversario del voto delle

donne.

Protagoniste del confronto saranno le delegate

provenienti da tutta Italia. Interverranno il segretario

generale dello Spi Ivan Pedretti e il segretario generale

della Cgil Susanna Camusso. In apertura i saluti

dell’Amministrazione comunale di Verona, del

segretario generale della Camera del Lavoro di Verona,

Michele Corso, e di Rita Turati, segretaria generale Spi

Cgil Veneto. L’apertura dei lavori sarà affidata a Lucia

Rossi, segretaria nazionale Spi Cgil. A seguire, gli

interventi di Carla Cantone, segretario generale Ferpa,

Livia Piersanti segretaria nazionale Uilp-Uil, e Patrizia

Volponi, segretaria nazionale Fnp-Cisl.

La discussione sarà arricchita da alcuni interventi.

Gaetano Sateriale, coordinatore del Piano del Lavoro

della Cgil, parlerà di contrattazione sociale e politiche

di genere; Stefano Ciccone, dell’Associazione Maschile Plurale, ci spiegherà come la battaglia contro la

violenza sulle donne chiami direttamente in causa gli uomini; infine, Imma Tromba, dell’Associazione

Donne in Rete contro la violenza, ci racconterà l’esperienza dei centri antiviolenza in Italia; Elisa

Marchetti dell’Udu e Giulia Titoli della Rete degli Studenti Medi parleranno invece del dialogo

intergenerazionale.

Nonostante gli indubbi progressi fatti in questi anni emergono ancora con forza le difficoltà delle donne

in vari ambiti. Per questo le donne dello Spi intendono continuare a dare il proprio contributo nella

negoziazione sociale e nella definizione di politiche nazionali per poter dare risposte concrete alle tante

donne iscritte al nostro sindacato. Siamo chiamati a rispondere ai bisogni di una generazione che affronta

una fase della propria vita con più difficoltà – quella della vecchiaia – e che si trova a dover fare i conti

Scarica il programma .

Scarica il documento dell’Assemblea

Leggi tutto: http://www.spi.cgil.it/assemblea_donne

Sanità, l’aumento è solo apparente

Leggi su www.rassegna.it

www.lettera43.it

Sicurezza, Milano e l’esercito che non serve

Sala vuole portare i soldati in strada. Ma il sindacato di polizia Siulp è contrario. Perché gli agenti non

mancano: vanno riogranizzati. E i reati sono scesi del 9,4%.

di Francesca Buonfiglioli

La sicurezza è tema caro alla politica, soprattutto in campagna elettorale.

Negli anni se ne sono sentite di tutti i colori: ronde, video-sorviglianza e utilizzo dell’esercito nelle strade.

L’ultimo a estrarre la carta militare è stato il sindaco di Milano Beppe Sala.

L’allarme è scattato dopo l’aggressione in piazzale Loreto a colpi di pistola e coltellate ai danni di un

37enne dominicano, deceduto dopo due giorni, da parte di due sudamericani.

Il primo cittadino ha dunque annunciato: «Sto considerando di chiedere per la città una parte dei militari

che erano impegnati sul progetto strade sicure per il Giubileo».

I SOLDATI IN CITTÀ? UN MITO. Ma l’esercito in strada è davvero una soluzione efficace?

Non ne è convinto Carlo Guaetta, segretario generale del sindacato italiano dei lavoratori della polizia di

Stato (Siulp) di Milano, che ha bollato l’uscita del sindaco come «uno spot per fini politici».

A Lettera43.it spiega: «Ci sono vari tipi di sicurezza, forse la presenza dei militari aumenta quella

percepita, ma per le regole di ingaggio con loro devono essere presenti o poliziotti o carabinieri».

Il problema è che «da diritto dei cittadini, la sicurezza è diventata elemento di strumentalizzazione

politica». O meglio, è tornata a esserlo.

IN PASSATO NULLA DI FATTO. Le mimetiche a Milano e in via Padova, fa notare Guaetta, ci sono

già state sotto altre amministrazioni senza risolvere granché.

La via da percorrere per il segretario Siulp è un’altra.

«La città va ridisegnata. Quelle che fino a 30 anni fa erano periferie ora sono aree centrali», dice.

«Per questo i presidi devono essere riorganizzati. Non è tanto una questione di organico, ma di gestione

degli uomini. Ad Abbiatregrasso, per esempio, non c’è un commissariato».

NO ALLA SOVRAPPOSIZIONE DEI RUOLI. Non solo. «Tutti i corpi devono fare ciò per cui sono

nati», continua.

«La polizia locale deve pattugliare, non compiere operazioni anti-droga. Per quello ci sono la polizia di

Stato, i carabinieri e la Guardia di finanza. Anche in questo caso la duplicazione e la sovrapposizione di

ruoli ha solo fini politici».

Le statistiche su Milano sconfessano la paura percepita

Dietro ogni allarme sicurezza e alla paura percepita dai cittadini ci sono poi numeri e statistiche.

A Milano, conferma Guaetta, «non c’è una situazione di emergenza. Gang e delinquenza ci sono sempre

state, come in ogni metropoli».

REATI IN CALO DEL 9,4%. Stando ai dati diffusi dalla direzione centrale di polizia criminale del

Viminale ad agosto 2016, effettivamente il numero dei reati denunciati dal primo gennaio al 30 giugno

nell’area metropolitana milanese è calato del 9,4% rispetto allo stesso periodo del 2015.

Nel dettaglio, i furti sono scesi da 77.384 a 71.928 (-7,4%); le rapine da 2.009 a 1.840 (-8,4%). Gli

omicidi sono diminuiti addirittura del 47,1%.

Numeri senza dubbio alti, ma che non giustificano un allarme sicurezza in città.

BLITZ ANTI DEGRADO. Il che non significa negare l’esistenza di sacche di degrado e a rischio. Come

dimostra il blitz nella mattina di martedì 15 novembre nel cosiddetto ‘boschetto dello spaccio’ di

Rogoredo, un’area incolta nei pressi della tangenziale e dell’omonimo scalo ferroviario diventato negli

anni mercato dell’eroina in città.

Ma l’arrivo ”salvifico” dell’esercito a fianco di polizia e carabinieri può servire davvero?

Quando le truppe a Milano erano una «operazione di immagine»

Giunta, dall’assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino a quello alla Sicurezza Carmela

Rozza, sta con il sindaco.

Una cesura netta rispetto all’amministrazione sempre di centrosinistra guidata da Giuliano Pisapia che nel

2011, in polemica con l’allora ministro della Difesa Ignazio La Russa, dimezzò i militari sulle strade (da

650 a 300) sostenendo che il governo doveva «prima di tutto pensare a reintegrare gli organici mancanti

nelle forze dell’ordine».

PROMESSE DI POTENZIAMENTO. Con Sala l’approccio è cambiato.

Tanto che nel Patto per Milano firmato col governo Renzi a settembre al capitolo 3.4 dedicato alla

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serve_43675267724.htm