Giornata internazione contro la violenza sulle donne – The day
«E comunque non ero interessato a te in quel modo»
Il 25 novembre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, tale ricorrenza
fu istituita dalle Nazioni Unite nel 1999 per ricordare l’impegno ‘sociale’ delle donne nel mondo culminato
con l’assassinio delle sorelle Mirabal nel 1960, mentre queste si opponevano al regime di Trujillo in
Dominicana. Ma come traslare questa tragedia nel mondo moderno fuori dai conformismi della giornata?
Se volessimo fare un day after del 25 novembre?
L’Italia, notoriamente uno dei paesi più maschilisti e intriso di machismo del mondo, ha iniziato
timidamente a celebrare questa ricorrenza negli ultimi anni, e senza mai eccedere in iniziative ufficiali, a
parte esilaranti ed imbarazzanti spot. Da un omicidio a fini politici la giornata si è presto trasformata in una
manifestazione contro il femminicidio, evento estremo, ma in generale contro la violenza di ogni tipo, sia
fisica che psicologica, spesso anche peggiore. 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria
vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha
subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e
tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri. Il
62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono
invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%).
Quando si tratta di questi temi è facile argomentare in termini idilliaci, zuccherosi, carichi di promesse,
dove il buonismo impera ed i buoni propositi si spargono a piene mani. Tutti si affannano a manifestare la
propria adesione in una gara al più ‘femminista’ che odora tanto di esibizionismo peloso. La Boldrini mostra
i messaggi paranoici inviatigli da personaggi in pieno disagio mentale, curiosamente viene presentata una
donna come la sua più accanita persecutrice, oltretutto si tratta in maggioranza di insulti più che di
minacce. Che poi ad icona si erga una donna che gira sotto perenne scorta per il ruolo che riveste è ancora
più stupefacente, ma si potrebbe chiedere a questi politici in cerca di un attimo di autocelebrazione perché
si facciano leggi sullo stalkering a protezione delle donne comuni, e poi gli stessi autori continuino
indisturbati ad agire in evidente mancanza di strumenti atti a dare efficacia alle norme. Ma la politica si sa
che è presente sempre nei momenti che contano a raccogliere applausi e consensi, un poco meno nella vita
di tutti i giorni.
Ultimamente ho sollevato spesso il tema della ‘cittadinanza consapevole’, uscendo dal tema strettamente
civico e sociologico dell’oggetto, il primo punto di contatto lo troviamo con il fatto che questo momento fu
presentato proprio il 25 novembre, dello scorso anno, a Roma. Ma cosa c’entra con la violenza contro le
donne? Interrompendo per un attimo e fermandoci a pensare, non sarebbe ora che anche le stesse donne
diventassero ‘consapevoli’ ed ‘attive’ nel combattere questo intollerabile fenomeno?
Spulciando tra i fatti quotidiani appaiono tre punti che impongono immediata attenzione, il primo è che
spesso la violenza del partner sulla compagna era facilmente prevedibile per il profilo dell’uomo, se accetti
di uscire a cena con Hannibal Lecter, è molto più facile che ne diventi il l’hors d’oeuvre piuttosto che in
compagnia di un vegano…. Atavico, incomprensibile, e ad alto rischio, l’attrazione che le donne provano per
i soggetti borderline, negli Stati Uniti usano dire che i bravi ragazzi non fanno mai carriera e non escono mai
con la ragazza dei propri sogni, ma che queste debbano usualmente preferire la compagnia di un probabile
serial killer a quella di un compassato blue collar innalza il livello di rischio.
Il secondo punto tocca l’accettazione a farsi ‘usare’ e ‘maltrattare’ senza che tutto questo tocchi il proprio
orgoglio, basta un rapido giro tra le proprie conoscenze e per il web per vedere quante sono le donne
lasciate con un secco SMS, e di seguito quanto le stesse non lo accettino, ed invece di cancellare il malnato
soggetto dalla propria vita, continuino a chiedergli spiegazioni e a tenergli la porta aperta. Un minimo di
orgoglio ed amor proprio non guasterebbe ed eviterebbe di lamentarsi che si viene trattate ‘come una di
quelle’.
Sono stato duro? Sui siti ‘Al Femminile’ troverete centinaia di questi casi, lasciata con un SMS da lui e lei
scrive ‘Peccato che mi sono annullata per lui, che non conosco che l'amore per lui…vorrei stringerlo’ pronta
a riprendere il mentecatto tra le proprie lenzuola, unica cosa che in fondo lui voleva, tutto legittimo
peraltro se non ci sono false promesse.
Ma il top della prostrazione e dell’asservimento si raggiunge quando lui ti lascia come in questo caso “erano
già più di due anni che non stava bene con me (non si sa perché) anche se fino a una settimana prima mi
diceva le cose più dolci del mondo! Tra l’altro, la cosa più dolorosa è stata che mi ha lasciato per
messaggio”. Quando uno ti lascia dicendo che sono anni che non gli interessi, aggiungendo come spesso
accade che se però vuoi fare sesso è d’accordo, ed egualmente insisti a volerlo con te, la violenza la fai su te
stessa, è un cialtrone, non è poesia, non c’è romanticismo, è una negazione della realtà che non fa altro che
alimentare il circolo vizioso della violenza.
MAURIZIO DONINI