Il santo del giorno del referendum è un segno del Signore
Secondo il calendario mariano, domenica 4 dicembre, giorno in cui si vota per il referendum costituzionale, è consacrato ai santi Giovanni Damasceno, Barbara e Sòla. Sì, sì, avete capito bene, ricorre proprio San Sòla come si dice in romanesco (ma ormai il termine è entrato anche nel vocabolario della Crusca) che sta per imbroglio o persona incline a imbrogliare. Per chi non frequentasse con adeguata intensità le scritture sulle vite dei santi (come me, del resto) si ricorda che San Sòla di Husen, monaco missionario inglese in terra di Germania, veglia su tutti noi dall’ottavo secolo. Il carnet dei suoi miracoli è pieno di quelli tipici dell’epoca: curò storpì, guarì i malati e, soprattutto, generò nuove fonti di acqua soltanto battendo il terreno con il suo bastone. Era la fonte di Eberswang: spiegò alla popolazione che, se avesse avuto sete in quel luogo, lui poteva bere a quella fonte. Se invece avessero voluto abbeverarsi loro, l’acqua si sarebbe esaurita. Un miracolo, sì. Ma anche una sòla degna del suo nome.
Ora il caso (o il Signore?) ha voluto che il referendum costituzionale cadesse proprio nel giorno della ricorrenza di San Sòla. Vista la fama di chi lo ha voluto, forse è davvero un segno del Signore. Evidentemente, come avrebbe gridato in battaglia Papa Urbano II alle Crociate 300 anni esatti dopo San Sòla, “Dio lo vuole”.
Michele D’Antoni