Qualità della vita
Il Sole 24 Ore ha pubblicato il 12 Dicembre l’annuale rapporto sulle sei aree di indagine che mette ogni anno a confronto le provincie italiane su una molteplicità di indicatori, dei quali il più noto è quello relativo alla “qualità della vita”.
Anche quest’anno come nelle precedenti due edizioni è Aosta ad aggiudicarsi il primo posto, mentre in coda risulta Vibo Valentia. La ricerca di quest’anno de Il Sole 24 Ore è più ricca di elementi, scende più nei particolari di settori interessanti e vitali, cerca di intercettare quelle che sono le esigenze e i problemi più pressanti per la collettività. Il lavoro per i giovani, la casa, l’integrazione degli stranieri, l’offerta di welfare, l’innovazione ed altri ancora. Se è scontata l’affermazione di Aosta scalando la classifica e guardando più nello specifico le singole aree di ricerca si possono fare considerazioni di un certo interesse. In particolare sul nostro territorio, la nostra provincia classificatasi al 62° posto per qualità della vita, non certo una posizione invidiabile per un piccolo centro, un territorio un tempo definito isola felix, oltretutto in calo rispetto all’anno precedente e spinto verso il basso da una serie di indicatori molto spesso oltre il 30° posto, eccezion fatta per il 3° posto conquistato per “Truffe e frodi”, primato davvero poco invidiabile.
Per le rapine Fermo si piazza a metà classifica al 55° posto, ma migliorerà la sua posizione nel 2016 grazie all’escalation di furti nell’ultimo semestre dell’anno, per le librerie sconta l’84° posto, precipita al terz’ultimo posto per “solidarietà” con una percentuale del 9,7% e un punteggio di 123.
Fermo non se la passa bene neppure per il contenzioso civile, cause definite, con il 34° posto, con le liti, 73 posizione, o per la microcriminalità al 59° posto. Le auto rubate pongono la nostra provincia al 66° posto e solo l’integrazione (sociale-stranieri) ci vede risalire al 29° posto.
L’indice di vecchiaia ci pone al 77° posto, peggio va per il tasso di natalità, 6,10 tra i più bassi d’Italia, nonostante la folta presenza di extracomunitari e per le coppie in crisi ci poniamo al 46° posto, mentre spuntiamo qualcosa di meglio nella formazione e l’indice dei laureati ci fa balzare al 20° posto.
Su ambiente, servizi e welfare solo la pagella ecologica si premia con il 15° posto, tutti gli altri indicatori, clima, sanità, strutture per i più piccoli, sostegno dei comuni, connessioni web e pagamenti veloci siamo costantemente sotto il 50° posto, con un picco a quoat 100 per i pagamenti veloci.
Su affari, lavoro, innovazione ci premia solo lo spirito d’iniziativa al 4° posto mentre l’occupazione, i giovani senza posto, la propensione a d’investire, l’export, le start innovative, l’inventiva, tutte caratteristiche proprie di un territorio altamente organizzato a livello artigianale e financo industriale non ci fanno onore posizioni di media classifica tra il 40° e il 107° posto.
Nella graduatoria del benessere, su reddito, risparmi e consumi Fermo vince solo la gara dei canoni di affitto più contenuti con il 5° posto a pari merito con Oristano, ed Avellino, per il resto occorre cercare oltre metà classifica.
Una radiografia con molte ombre e poche luci, con la necessità di fare di più e meglio, in particolare nei settori del welfare e della sicurezza, se il punteggio medio complessivo totale dei sei settori non assegna a Fermo nessuna posizione migliore della trentottesima (38). Anche se come dicevamo gli indicatori volgono al negativo il territorio ha le capacità e le energie per risalire, a patto che ognuno nel proprio settore faccia il meglio e non si abbandoni alla mediocrità, che è stata spesso la cifra distintiva del passato.
“In media state virtus” valeva come motto per i latini, certo le regioni a statuto speciale stanno meglio, ma non possiamo adeguarci allo status quo, prima o poi certi privilegi finiranno.
ARES