I senzatetto e la società senza vergogna
“Per garantire l’effettivo esercizio del diritto all’abitazione, le parti s’impegnano a prendere misure
destinate a prevenire e ridurre lo status di ‘senza tetto’ in vista di eliminarlo gradualmente”
Carta Sociale Europea art. 31 comma 2
54 morti per l’ondata di gelo nel 2012, da 50 a 60.000 i senzatetto, 4.000 senzatetto a Roma nel 2014, 8
morti in 2 giorni adesso. Tunisini, polacchi, italiani, tutti accomunati dalla spietata falciatrice, la presenza
meno razzista che ci sia nel mondo, quando decide di cogliere la vita non chiede il visto. E’ morto anche un
indiano, clochard che aiutava gli altri senzatetto ancora più sfortunati di lui, la pietà non l’ha aiutato nei
confronti della morte, almeno lui qualcosa ha tentato di fare per gli altri. Come reagiscono le istituzioni in
questi frangenti? Fogli di via, ordinanze anti bivacco, divieti di chiedere l’elemosina, la gente gli passa vicino
senza degnarli di uno sguardo, spesso infastiditi.
Mi vergogno di appartenere a questa società, mi sento ferito ed indignato, non dal fatto che le persone
‘normali’ non prestino soccorso, è ora di smetterla con la carità spicciola che sgrava e lava la coscienza della
società nel suo complesso e delle istituzioni che ne dovrebbero garantire il funzionamento e la protezione.
Che società è quella che salva le banche, che versa 20 miliardi a Monte Paschi e non investe sulla parte
nascosta e dolorante del suo popolo? Un mondo che crea reti di protezione per banchieri e ricchi correntisti
e lascia morire i suoi cittadini? Quelli che, casualmente, non votano! Quelli che, sempre casualmente, sono
una minoranza oscura, come chi è colpito da una grave malattia, ma rara, di quelle su cui non vale la pena
investire tempo e soldi per i ridotti numeri.
40.000 homeless contati a New York di cui la metà minorenni, A New York City i contribuenti pagano alle
famiglie bisognose l’ assistenza sanitaria, la cura dei figli, l’addestramento per un lavoro, servizi di
consulenza e di collocamento e una temporanea fornitura di denaro contante. Una realtà quella dei
senzatetto crudamente raccontata anche da Richard Gere nel suo ‘Gli invisibili’ (Time out of mind).
Ed in Italia? Dal 2014 il governo si è proficuamente occupato di salvare banche, un poco meno attento è
stato verso i senzatetto, settore ove i servizi sono calati dello 0,4% ad oggi, pur aumentando il numero delle
prestazioni. Ma anche qui il lavoro viene svolto da organizzazioni private no profit, l’assenza della stato è
pressoché totale, i fondi si trovano solo per motivi elettorali o di interesse, ma per il popolo dei diseredati
solo briciole, non sono riconosciuti, non sono voluti, poco tollerati.
E’ la virata verso la società degli eletti, il 40% di benestanti sempre più ricchi grazie alla crisi, un 59% di
poveri sempre più sotto attacco, 1% di ‘persi’, da divorziati costretti a vivere in auto ai veri e propri
nullatenenti. Ed una società priva di qualunque forma di vergogna quando riuscirà a trovare la forza di
drizzare la schiena e chiedere che venga creata una rete ad hoc che eviti i titoli dei media con i caduti della
campagna d’inverno?
MAURIZIO DONINI