Nulla sarà più come prima!
Nulla sarà più come prima! Si, questi giorni di acuta emergenza, nella concomitanza di scosse telluriche e precipitazioni nevose eccezionali hanno messo in evidenza i mali endemici di questo Paese. Tutti nessuno escluso. Dalla folle burocrazia che impedisce agli elicotteri della Forestale di volare, non prima di essere riabilitati al nuovo servizio civile, alle miriadi di Comuni privi di uomini e mezzi, sfiancati da anni di tagli lineari, alla inutilità delle Prefetture, si riascolti il dialogo drammatico tra chi chiedeva aiuto per gli ospiti dell’hotel Rigopiano e l’indecente incredulità del funzionario all’altro capo del telefono, alla Protezione civile, sdoppiata, una dedita alle emergenze con pochi uomini e mezzi, una dedita alla ricostruzione di la da venire in mano ad un commissario di scarsa legittimazione, scarso peso, scarsa competenza, assenza di carisma, insomma un disastro. Ci si aggiunga poi l’incredibile inefficienza di Terna ed Enel, impreparate agli eventi, prive di un piano di emergenza, prive di un piano stagionale di manutenzione delle linee di dispacciamento dell’energia, come taglio degli alberi in prossimità delle linee elettriche, controllo costante dei tralicci, dei cavi, ma soprattutto prive della disponibilità di effettive e congrue squadre di pronto intervento in numero utile e in prossimità dei luoghi oggetto dell’emergenza. Un quadro fosco, il quadro di un’Italia incapace di andare oltre l’encomiabile, impareggiabile contributo dei suoi volontari, carabinieri, vigili del fuoco, protezione civile, soccorso alpino, polizia, pubbliche assistenze di vario colore, giallo, rosso, croce rossa ed esercito. Un Paese desolante, “capace” di trovare in un battibaleno 20 miliardi per salvare quattro banche dal fallimento e dalle razzie di amministratori e manager, incapace di trovare un ventesimo di quella cifra per i mezzi moderni con i quali gestire le emergenze e remunerare dignitosamente chi presta la propria opera a rischio della propria vita. Il Governo è pronto a riferire in aula. Assisteremo alla solita polpetta confezionata in puro stile “moroteo”, un colpo al cerchio e uno alla botte, dove alla fine le responsabilità saranno tutte addebitate al meteo e al fenomeno sismico imprevedibile. Tutti o quasi rimarranno come da copione al loro posto o così pensano di poter fare, ma questa volta, forse, non sarà come le solite infinite tragedie italiane. Qualcuno dovrà pagare e molto di quanto è stato fatto fino ad ora dovrà nel futuro essere fatto in modo diverso, se a oltre tre mesi dagli eventi sismici più disastrosi ancora non esiste una idea di dove spostare le macerie. Macerie che questa volta sono rappresentate da politica, burocrazia e funzionari, commissari, che non hanno più carburante, come quella turbina desolatamente ferma sulla strada verso l’hotel ricoperta da più di due metri di neve. Quando la neve si scioglierà sarà un bene per qualcuno avere la già la lettera di dimissioni in mano.
ARES