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Sisma il balletto delle macerie

macerie-amatriceHanno promesso di tutto e di più, “non vi lasceremo soli,” “ricostruiremo tutto”, “i vostri paesi, le vostre contrade torneranno più belle di prima”, intanto a favor di telecamere un giorno il premier, un giorno il Presidente della repubblica, più spesso il Presidente della Camera, qualche volta il Presidente del Senato, sempre a favor di telecamera. Sempre accompagnati dal responsabile della Protezione civile Curcio in divisa d’ordinanza e spesso dall’uomo in seconda fila, il commissario Errani. Ebbene, dopo cinque mesi dalle prime scosse e più di tre dal secondo e distruttivo sisma poco si è fatto e poco riusciranno a fare nelle prossime settimane. Uno degli ostacoli più grossi è rappresentato dallo spostamento delle macerie e dal loro stoccaggio. Sono volumi enormi, per  quali occorre trovare siti idonei o si corre il rischio di andare incontro a grossi problemi ambientali sui quali vigila l’Arpam. Solo per rendere agevole il suolo di Arquata del Tronto è necessario spostare 200 mila metri cubi di detriti. Ci hanno provato indicando un piazzale di proprietà di una ditta di fertilizzanti del luogo, ma l’Arpam ha negato il benestare in quanto si richiedeva la copertura dei detriti affinché il percolato non finisse nell’alveo del fiume. Così fino al momento della grande nevicata hanno spostato con dei camion i detriti a Roma, 150 chilometri al giorno, cose inverosimili. Non essendo disponibile alcuna cava nei paraggi una parte dei detriti, al fine di predisporre le aree per le casette provvisorie saranno spostati in un capannone a Monteprandone a “soli” 50 chilometri da Arquata. Se immaginate la totalità delle macerie da spostare e la torta che si dovranno spartire le imprese assegnatarie potete capire quale affare è il sisma e quali appetiti aguzza! Oltre ovviamente a causare ritardi incredibili per l’approssimazione con la quale viene affrontato il cronoprogramma della ricostruzione, indipendentemente dalla capacità e volontà delle persone, spesso tutto ricade sui sindaci senza che gli stessi siano dotati di poteri speciali per poter intervenire.

ARES