Flixbus, sarà eliminata la nora del milleproroghe contro i bus economici
«In questi giorni si è parlato molto della protesta dei tassisti e meno della norma anti Flixbus che voleva cancellare il diritto di tanti consumatori a viaggiare su autobus lowcost. Ho chiesto al governo di cancellare questa norma e il governo ci ha dato ragione: sarà abrogata al primo provvedimento utile»: lo annuncia Andrea Mazziotti, relatore del decreto Milleproroghe alla Camera e deputato di Civici e Innovatori, dopo l’approvazione da parte dell’Aula di
Montecitorio di alcuni ordini del giorno su questo tema. «Sono molto soddisfatto e altrettanto contenti saranno i tantissimi viaggiatori che in questi anni hanno avuto più possibilità di scelta. Vince la concorrenza, vince il libero mercato, sempre nel perimetro fissato dalla legge», conclude il presidente della Commissione Affari Costituzionali.
«Oggi, di fronte a un problema reale, la Camera dei Deputati sceglie di stare dalla parte delle decine di aziende e dei milioni di passeggeri coinvolti». È fiducioso Andrea Incondi, managing director di FlixBus Italia dopo i tre ordini del giorno approvati dalla Camera a favore del servizio di autobus a lunga percorrenza low cost contro il quale nei giorni scorsi era stato inserito nel Milleproroghe una norma ad hoc. «Siamo stati di fronte ad un attacco molto molto grave, una norma anti FlixBus portata avanti dai poteri forti e dalle lobby che cercano di fermare l’innovazione», spiega Incondi in un’intervista all’agenzia Ansa.
Quella norma mette infatti a rischio il servizio di questa start up di autobus a lunga percorrenza che è stata fondata in Germania nel 2011 e in Italia, dove opera dal luglio 2015, raggiunge 120 città (collegandole con 1000 destinazioni europee) conta 3 milioni di passeggeri, 150 autobus in giro per il Paese, 50 aziende italiane di bus partner, e un indotto di 7-10 persone per autobus che ha generato circa 1000 posti di lavoro.
L’approvazione da parte del Senato norme di norme contro i bus low cost, sottolinea Sergio Boccadutri (Pd), firmatario di uno degli odg approvati, «è stato un grave errore, a cui il Governo si è prontamente impegnato a rimediare quanto prima, anche per non incorrere nel rischio di una procedura di infrazione europea oppure una censura da parte della Corte Costituzionale». «Le norme di cui ho chiesto la soppressione sono infatti lesive di alcuni principi cardine del nostro ordinamento posti a presidio dell’attività di impresa e del libero gioco
concorrenziale; violano il principio della certezza del diritto, pregiudicano gravemente il legittimo affidamento degli operatori economici sulla normativa vigente, in base alla quale le aziende costruiscono il proprio business model e programmano i loro investimenti, e violano la concorrenza nel settore dei servizi automobilistici regionali di competenza statale, riducendo l’offerta di servizi ai passeggeri».
«Oggi – conclude – non abbiamo potuto fare di più in quanto il milleproroghe non era passibile di modifiche in
considerazione dell’ormai prossima scadenza dei termini di conversione, ma contiamo di porvi rimedio quanto prima
probabilmente in occasione dell’esame del disegno di legge annuale sulla concorrenza, che a breve riprenderà il suo corso».
L’emendamento anti FlixBus agisce «sul nostro modello di business – puntualizza Incondi – basato sulla collaborazione tra FlixBus, da una parte, che si occupa di tratte, piattaforma di vendita, gestione della app, customer care e servizio, e dall’altra una rete di aziende di autobus diffuse sul territorio che svolgono il servizio: un modello legale in tutta Europa ma quell’emendamento interviene a livello legislativo incidendo sul processo per l’ottenimento delle licenze, con il rischio di non poter più operare in Italia».
«Un tentativo di fermare una realtà innovativa e di cambiamento delle modalità di trasporto, che danneggerà
soprattutto gli utenti», avverte Incondi, che lavora insieme ad un team di trentenni, spiegando che il passeggero tipo di FlixBus sono naturalmente i giovani, gli studenti e i pendolari del fine settimana, ma «stanno crescendo anche le famiglie che lo usano ad esempio per andare a visitare una città italiana o europea, e i pensionati magari per andare a trovare figli e nipoti. Rispetto al treno, infatti, i nostri autobus di ultima generazione offrono molti servizi e raggiungono anche città più piccole. Ma il nostro nemico principale è l’auto privata: vorremmo che la mobilità fosse sempre più collettiva. Questo è il futuro».
Un nuovo modo di fare mobilità che sembra stia prendendo piede: «Abbiamo osservato un forte aumento della domanda e si è andato rivitalizzando un settore considerato vecchio, che viene rivisto in un’ottica cool e moderna», afferma Incondi, spiegando che «anche un settore tradizionale come quello degli autobus può emergere con aspetti sempre più tecnologici» e in quest’ottica FlixBus sta già «esplorando con i produttori uno scenario fatto di autobus sempre più sicuri, confortevoli e moderni».
«L’auspicio è che le amministrazioni pubbliche si rendano conto di questo fenomeno e facilitino una mobilità integrata e collettiva», conclude Incondi, che intanto per oggi si concentra sul passo avanti della Camera: «L’approvazione di tre ordini del giorno con parere favorevole del Governo impegna il Governo stesso a risolvere il problema. Siamo fiduciosi che darà seguito alle decisioni del Parlamento e supererà l’abuso normativo prodotto negli ultimi giorni».