Il regista Marco Filiberti a Jesi per creare il nuovo spettacolo DON CARLOS da Frederic Schiller
“Intorno a Don Carlos: prove d’Autenticità”, il nuovo spettacolo di Marco Filiberti da Frederic Schiller in anteprima al Teatro Moriconi di Jesi il 17 e 18 marzo, al termine di una residenza creativa che prende il via l’8 marzo. Sempre il 17 marzo, alle ore 17, presso il Foyer del Teatro Pergolesi, la presentazione del cofanetto “Il pianto delle Muse” che include tre dvd dei suoi spettacoli teatrali e un volume curato da Pierfrancesco Giannangeli.
Il regista Marco Filiberti sceglie ancora una volta la città di Jesi per un nuovo progetto creativo ispirato al “Don Carlos” di Frederic Schiller, con una residenza al Teatro Moriconi dall’8 al 20 marzo, e due anteprime aperte al pubblico del nuovo spettacolo di cui firma regia e drammaturgia, venerdì 17 marzo alle ore 21 e sabato 18 marzo ore 20.30. Sempre il 17 marzo, alle ore 17, presso il Foyer del Teatro Pergolesi presenterà il cofanetto “Il pianto delle Muse”, con i tre dvd dei suoi spettacoli teatrali “Conversation Pieces”, “Byron’s ruins”, “Il Crepuscolo di Arcadia”, ed un volume edito da Titivillus e curato da Pierfrancesco Giannangeli, giornalista e docente dell’Accademia Belle Arti Bologna.
“Intorno a Don Carlos: prove d’Autenticità”, con la drammaturgia e regia di Marco Filiberti, vede in scena gli attori Matteo Tanganelli, Diletta Masetti, Stefano Guerrieri, Luca Tanganelli, Giovanni De Giorgi; le scene sono di Benito Leonori, light designer Mauro Toscano, costumi Daniele Gelsi, sound designer Stefano Sasso.
Lo spettacolo nasce dalla collaborazione tra Le vie del Teatro in Terra di Siena, Fondazione Pergolesi Spontini, Centro Studi Valeria Moriconi, Teatro Comunale degli Avvaloranti Città della Pieve, e con il sostegno di Unione dei Comuni della Valdichiana Senese, Comune di Sarteano, Abbazia di Spineto, Dimora Buonriposo.
La storia: nella corte di Filippo II, l’infante Don Carlos, eccentrico ed epilettico, è accusato di avere una relazione incestuosa con la matrigna, la regina Elisabetta di Valois; grazie all’aiuto dell’amico Rodrigo, marchese di Posa, il profondo e confuso desiderio di autenticità di Carlos viene indirizzato verso la liberazione dei popoli delle Fiandre, oppresse da suo padre, il re Filippo II, ma il complotto di corte avrà la meglio sulla instabile sensibilità del principe.
Si tratta di un accadimento teatrale per piccolo organico a cinque personaggi, presentato per la prima volta come un kammerspiel ad alta tensione, provocatorio e violentemente poetico. Il kammerspiel è una forma teatrale per pochi attori e per un piccolo pubblico, ed in questo caso adotta una cifra stilistica che tende a negare ogni naturalismo per volgersi a quel sublime etico ed estetico tanto caro a Schiller, immersa in una dimensione a-cronica di Tempo. Usando la Storia trasversalmente – fuori e dentro Schiller, nel ‘500 spagnolo, nel ‘700 tedesco, nel nostro tempo – in un rapporto dinamico e provocatorio tra i personaggi e gli attori e tra gli stessi e il pubblico, la drammaturgia sfocia in dieci grandi scene “a due” nelle quali i personaggi si sfidano in singolari tenzoni costruite sulla dialettica tra dovere e desiderio, tra essere e apparire, tra purezza e ragione, tra vivere e sopravvivere, aprendo una pressante riflessione sulla possibilità di essere nel mondo senza essere del mondo. In questa ottica, la decisione di evocare un contesto storico oscuro e repressivo come il regno di Spagna sotto Filippo II, diventa metonimia della claustrofobica assenza dell’uomo contemporaneo – assenza di meta, di radici, di grazia, di bellezza, di spazio, di silenzio.
Regista di cinema e teatro, drammaturgo, scrittore e sceneggiatore, noto al pubblico per film di successo quali “Cain” (2015), “Il Compleanno” (2009) e “Poco Più di un Anno Fa. Diario di un Pornodivo” (2003), Marco Filiberti ha messo al centro del suo lavoro i miti contradditori del contemporaneo. Il sodalizio con Jesi risale al 2009, quando girò al Teatro Pergolesi la scena iniziale del film “Il Compleanno”, in concorso alla Mostra di Venezia. Al Teatro Studio “V. Moriconi”, nel 2012, affidò poi il suo ritorno alla drammaturgia con il debutto nazionale dello spettacolo “Byron’s ruins”, ispirato alla figura di George Gordon Byron (1788-1824), uno dei più importanti poeti romantici inglesi. E ancora, in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini e, in particolare, con lo scenografo Benito Leonori, ha preso poi corpo la trilogia teatrale “Conversation Pieces”, “Byron’s ruins”, “Il Crepuscolo di Arcadia” oggi sedimentata nel cofanetto “Il pianto delle Muse” che include tre dvd con gli spettacoli ed un volume edito da Titivillus e curato da Pierfrancesco Giannangeli.
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