Da Infolampo: Referendum – Colf
Aspettando la legge: la campagna non si ferma
Nuova settimana di appuntamenti su voucher e appalti. Il segretario generale Cgil Camusso è ad Aosta,
iniziative a Cagliari, Ancona, Vercelli, Roma, Mantova, Oristano, Brianza, Cosenza, Crotone, Tolentino
(Macerata), Follonica (Grosseto), L’Aquila e Asti
Inizia oggi (lunedì 20 marzo), con la visita del segretario generale Cgil Susanna Camusso ad Aosta,
un’altra intensa settimana di mobilitazione su voucher e appalti. “Il
decreto legge del governo è un primo straordinario risultato della
nostra iniziativa” dice la Cgil in un comunicato: “Ma ora il
Parlamento deve trasformare in legge il decreto, affinché la
Cassazione possa dichiarare accolte le nostre istanze e quindi
superare il voto referendario. Per questo non smobilitiamo. Siamo e
saremo impegnati ogni giorno fino a quando la legge su voucher e
appalti non verrà approvata”.
La giornata di lunedì 20 del segretario generale nella Valle inizia
(ore 9.30) con un incontro con la popolazione al mercato del
quartiere Cogne (in via Mont Fallère) e una visita alla cooperativa
sociale degli anziani, seguita (ore 11) dall’assemblea con i
lavoratori dell’Azienda Usl dell’Ospedale regionale Umberto Parini.
Il pomeriggio si apre (ore 15.30) con un confronto con giovani,
studenti, precari e lavoratori all’Aula magna del Convitto regionale
Chabod, prosegue (ore 17) con la presenza al gazebo informativo in
place des Franchises e si chiude (ore 18.30) con l’incontro con le
associazioni del territorio e i cittadini di Aosta all’Espace Populaire
(in via Mochet).
Giornate piene in Sardegna per il segretario confederale Cgil Nino Baseotto. Lunedì 20 marzo è a
Cagliari: si inizia (ore 7) con il volantinaggio alla stazione Arst in piazza Matteotti, per poi proseguire con
le assembled dei lavoratori Tiscali, della zona industriale Macchiareddu e della zona industriale Elmas;
alle ore 12.30 appuntamento alla Corisar (in via Segrè) con i segretari Cgil e i delegati di tutte le categorie
territoriali impegnati nel volantinaggio della mattina; a partire dalle ore 18 volantinaggio in largo Carlo
Felice, via Manno e piazza Jenne, dove viene allestito un gazebo e si chiude la giornata con un’apericena
(ore 19.30). Martedì 21 marzo è a Oristano: assemblea al Mistral 2 con i lavoratori del Consorzio di
bonifica (ore 8.30), volantinaggio al mercato di via Aristana (ore 9.30), assemblea delle 24 lavoratrici
della Casa di riposo di Ghilarza licenziate dopo un cambio d’appalto (ore 12.30, presso la Torre
Aragonese), campagna porta a porta nelle zone del Sacro Cuore e San Nicola (ore 15.30) e chiusura con
apericena in piazza Corrias (ore 18).
Martedì 21 marzo appuntamento ad Ancona con il segretario confederale Cgil Rossana Dettori (partecipa
anche il segretario generale della Cgil provinciale Marco Bastianelli): volantinaggio al mercato di piazza
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Ora avanti per la
Carta dei Diritti
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Colf e badanti, un lavoro logorante e pericoloso
Il lavoro delle assistenti familiari, anche dette badanti, o colf, nato come risposta a basso costo per la
crescente richiesta di cura da parte della società, tende a essere per chi lo svolge un’attività logorante e
pericolosa
di Francesca Alice Vianello
Le riflessioni in merito all’invecchiamento della società italiana e più in generale europea si soffermano
spesso sul benessere delle persone anziane, mettendo in risalto l’importanza della qualità della cura che
queste ricevono, senza però riflettere sull’interdipendenza tra la salute degli anziani e il benessere delle
lavoratrici che offrono loro assistenza. Anche i numerosi studi sulle assistenti familiari non hanno
indagato in modo accurato le implicazioni che tale occupazione ha sulla salute delle lavoratrici. Infatti,
sebbene diverse ricerche abbiano messo in luce le varie forme di sfruttamento, la precarietà, la persistenza
di connotati servili e di dipendenza che caratterizzano tale occupazione, rimane nell’ombra il tema della
nocività del lavoro delle badanti. Nella ricerca promossa dalle Acli Colf Viaggio nel lavoro di cura
pubblicata recentemente da Ediesse, abbiamo quindi deciso di approfondire tale questione per
comprendere quali sono i fattori che incidono maggiormente sullo stato di salute delle assistenti familiari,
con l’obiettivo di contribuire al miglioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro.
Sia nei focus group (9) sia nei questionari (867) rivolti alle assistenti familiari abbiamo dunque affrontato
il tema del mal da lavoro facendo domande dirette e indirette relative ai problemi di salute, alle esperienze
di violenza vissute e agli aspetti più difficili del lavoro. Successivamente, in fase di analisi, i risultati di
tali domande sono stati messi in relazione alle informazioni raccolte in merito all’orario di lavoro, alla
disponibilità di tempo libero e al suo utilizzo, al regime di coresidenza, alla complessità tecnico-
relazionale del lavoro, al rapporto con i familiari, al livello di solitudine e isolamento nonché alle
caratteristiche socio-demografiche delle lavoratrici.
Dall’analisi dei dati raccolti siamo state in grado di individuare i fattori che mettono maggiormente a
rischio lo stato di benessere delle lavoratrici.
Un primo dato importante riguarda la correlazione positiva tra elevati livelli di malessere psico-fisico e
impegno lavorativo: le assistenti familiari che lavorano più di otto ore al giorno e che non dispongono di
ore di riposo o che usano le ore di riposo per svolgere altri lavori sono più interessate da problemi di
salute, come mal di schiena, insonnia, ansia e depressione. Inoltre, si riscontrano livelli più elevati di
malessere tra le lavoratrici che lavorano in regime di coresidenza, cioè tra coloro che dormono presso
l’abitazione della persona assistita. Si tratta di una condizione di vita e di lavoro caratterizzata dalla
porosità e indefinitezza dei confini spazio-temporali tra lavoro e non-lavoro, che favorisce lo svilupparsi
di problemi di salute derivanti dall’estensione della giornata lavorativa e dall’intensificazione del carico
lavorativo ed emotivo. Anche le assistenti familiari possono infatti essere colpite dalla sindrome da
burnout: un tipo di stress lavorativo tipico delle professioni della cura, che consiste nell’esaurimento
emotivo.
Un secondo elemento significativo emerso dalla ricerca consiste nell’aver individuato un rapporto
direttamente proporzionale tra la complessità tecnico-relazionale del lavoro derivante dalle condizioni di
salute della persona assistita e il rischio di sviluppare problemi di salute. Chi assiste persone con limitate
capacità motorie, problemi di demenza o gravemente ammalate è maggiormente interessata da problemi
di salute non solo di tipo fisico, derivanti dalla movimentazione dei loro assistiti/e, ma anche psicologici,
poiché può produrre nelle lavoratrici un continuo stato di ansia dettato dalle difficoltà relazionali con la
persona assistita.
L’ansia, la paura di sbagliare e la fatica fisica aumentano poi quando la lavoratrice si sente sola
nell’affrontare le problematiche quotidiane. Spesso, infatti, le famiglie delegano totalmente la cura dei
parenti anziani alle assistenti familiari, senza preoccuparsi delle difficoltà che le badanti sono chiamate ad
affrontare specialmente se accudiscono persone non autosufficienti, oltre a dover occuparsi delle attività
di pulizia della casa e preparazione dei pasti.
Il senso di isolamento, tuttavia, non deriva solamente dalla solitudine nel lavoro, ma anche dalla
lontananza dai familiari e dagli amici rimasti nel paese di origine. L’origine migrante di gran parte delle
badanti rende particolarmente rilevante la questione della solitudine, facendola diventare agli occhi delle
intervistate la principale problematica del loro lavoro. Per questo è importante essere in grado di cogliere
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