Da Infolampo: Bastabufale – Autonomi
Basta Bufale. Lo Spi aderisce all’appello per una corretta
informazione
Essere informati correttamente è un diritto. Essere disinformati è un pericolo. Lo Spi firma e rilancia
l’appello della Presidente della Camera per il diritto a una corretta informazione.
La Presidente della Camera Laura Boldrini sta combattendo da molto tempo una battaglia contro le bufale
sul web che creano confusione, generano paure e alterano la
discussione pubblica. Lo Spi ha deciso di aderire all’appello
perché crede sia giunto il momento di mobilitarsi tutti assieme
contro la disinformazione e per tutelare la libertà e la dignità
di tutti coloro che utilizzano il web.
“Internet e i social network sono strumenti importanti. Ci
permettono di restare in contatto con tante persone e di
ampliare le nostre conoscenze. Ma bisogna saperli usare bene
e saper distinguere i contenuti. Girano tante bufale,
informazioni non corrette create ad arte per fare confusione e
molto spesso anche per diffondere paura, odio e intolleranza”.
Così il segretario generale Ivan Pedretti sul suo profilo
Facebook. “Cascarci è molto facile – aggiunge Pedretti –
soprattutto per chi è anziano e ha poca dimestichezza con la
tecnologia. Per questo ho aderito con convinzione
all’iniziativa promossa dalla Presidente della Camera Laura Boldrini #BastaBufale e ho sottoscritto
l’appello perché nel nostro paese si diffonda un’informazione corretta. Vi invito a farlo anche voi”.
Ecco il testo dell’appello
Il web è un importante strumento di conoscenza e democrazia. Ma spesso anche luogo di operazioni
spregiudicate, facilitate dalla tendenza delle persone a prediligere informazioni che confermino le proprie
idee. In rete sono nati fenomeni nuovi, come le fabbriche di bufale a scopo commerciale o di propaganda
politica e certo giornalismo “acchiappaclick”, più interessato a incrementare il numero dei lettori anziché
a curare l’attendibilità delle fonti.
Le bufale creano confusione, seminano paure e odio e inquinano irrimediabilmente il dibattito.
Le bufale non sono innocue goliardate. Le bufale possono provocare danni reali alle persone,come si è
visto anche nel caso dei vaccini pediatrici, delle terapie mediche improvvisate o delle truffe online.
Questo è il tempo della responsabilità. È necessario mobilitarsi, ciascuno di noi deve fare qualcosa per
contrastare la disinformazione e contribuire a tutelare la libertà del web e la dignità di chi utilizza questo
spazio che offre enormi opportunità culturali, relazionali ed economiche.
Non si tratta né di bavagli né di censure. Si tratta di reagire e affrontare un problema che ci riguarda tutti.
Firma l’appello
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Pensioni: la fase 2 inizia dai
giovani
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Autonomi, una delega non fa primavera
Primo passo verso una migliore classificazione e regolamentazione del lavoro autonomo. Cosa manca?
Le misure per il sostegno al reddito nei periodi di crisi, la previsione di compensi minimi, i diritti
sindacali. Che invece individua la Carta della Cgil
di Giorgio Frasca Polara
Verso una nuova, relativamente organica regolamentazione a tutela del lavoro autonomo e del cosiddetto
lavoro agile (quello basato sulla flessibilità di orari e di sede, caratterizzato dall’uso degli strumenti
informatici). La Camera ha infatti approvato in seconda lettura – ma per le modifiche votate dai deputati il
testo deve tornare al Senato – una legge-quadro su cui tuttavia si appuntano per la Cgil una serie di
osservazioni specifiche per gli autonomi e di proposte di riformulazione per la parte relativa al lavoro
agile. Il sindacato si è riservato comunque di presentare al Parlamento una più articolata memoria scritta.
Vediamo intanto i punti principali del provvedimento, segnalando anzitutto che in Italia, ad oggi, gli
occupati indipendenti sono circa 4,7 milioni, il 59% dei quali lavorato in proprio: artigiani, commercianti,
piccoli imprenditori. A quali rapporti si applicherebbe la nuova normativa? A quelli in cui il lavoratore si
obbliga a compiere, verso un corrispettivo, un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente propri e
senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente. Con una modifica al codice civile si
chiarisce che l’elemento caratterizzante l’aspetto della collaborazione coordinata è costituito
dall’autonoma organizzazione del lavoro da parte del collaboratore.
A proposito dei committenti e di loro eventuali comportamenti scorretti: è affermata la inefficacia diretta
delle clausole che attribuiscono loro la facoltà di modificare unilateralmente le condizioni del contratto o
la recessione senza congruo preavviso; che stabiliscono termini di pagamento della fattura superiori ai 60
giorni. Abusivo anche il rifiuto del committente di stipulare il contratto in forma scritta. In questi tre casi
l’autonomo ha diritto al risarcimento dei danni.
Inoltre il governo è delegato ad incrementare le prestazioni legate al versamento della contribuzione
aggiuntiva per gli iscritti alla gestione separata con tre clausole: riduzione dei requisiti di accesso alle
prestazioni di maternità; modifica dell’indennità di malattia incrementando i beneficiari; previsione di un
aumento dell’aliquota aggiuntiva in misura possibilmente non superiore allo 0,5%.
Verrebbe inoltre stabilizzata ed estesa l’indennità disoccupazione: dal 1° luglio prossimo essa diventa
permanente per i lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, e riguarda anche gli
assegnisti e i dottorando di ricerca con borsa di studio. Deducibili totalmente le spese alberghiere e di
vitto sostenute dal lavoratore autonomo per l’esecuzione di un in carico. Prevista anche l’estensione del
diritto ad un trattamento economico per congedo parentale oltre alle madri anche ai padri, sempre che
ambedue siano iscritti alla gestione separata.
In caso di gravidanza, malattia o infortunio di chi presta attività in via continuativa, il contratto non viene
estinto ma può essere sospeso, su richiesta del lavoratore, senza diritto al corrispettivo sino a 150 giorni
nell’anno. In caso di maternità, a previo consenso del committente, la lavoratrice autonoma ha la facoltà
di essere sostituita da altro lavoratore autonomo di fiducia della lavoratrice gestante. Le spese di
formazione e aggiornamento, oggi deducibili al 50%, lo sarebbero integralmente sino a un massimo di
10mila euro. Si prevede anche l’apertura di uno sportello dedicato agli autonomi presso ogni sede dei
Centri per l’impiego e gli organismi di intermediazione in materia di lavoro.
A proposito del lavoro autonomo, la nota della Cgil esprime la contrarietà al metodo utilizzato dalla
delega che, “valutando necessarie tutele specifiche per gli autonomi, continua nella logica della
frammentazione del mercato del lavoro”. Il sindacato ricorda che la sua proposta di legge d’iniziativa
popolare (la Carta dei Diritti universali del lavoro) “propone una visione unitaria dei diritti in capo alle
persone che lavorano”. Nel merito: assenti misure per il sostegno al reddito per i periodi di crisi, assente
la previsione di compensi minimi, assenti i diritti sindacali; senza contare le deleghe troppo ampie al
governo su materie altamente delicate (salute e sicurezza).
Quanto al lavoro agile (sono già 250mila i dipendenti di aziende con più di dieci dipendenti che ne
usufruiscono, e il fenomeno cresce), la legge-delega lo riconduce espressamente al mondo del lavoro
subordinato, e precisa che la prestazione è eseguita in parte all’interno dell’azienda e in parte all’esterno
senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario giornaliero e settimanale. Le
norme si applicano anche al settore del pubblico impiego in quanto compatibili.
Prevista l’applicabilità al lavoro agile degli incentivi di carattere fiscale e contributivo eventualmente
riconosciuti in relazione ad incrementi di produttività ed efficienza del lavoro subordinato. Si stabilisce
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