Infolampo: Democrazia – G7 Bari
Intervista a Mauro Volpi, ordinario di diritto all’Università degli studi di Perugia. “Il tentativo di
reintrodurre i buoni lavoro, seppure sotto altro nome, è un imbroglio. Ha fatto bene la Cgil ad
annunciare ricorso alla Consulta”
di Fabrizio Ricci
Una “frode alla Costituzione”, un “furto di democrazia”. Non usa mezzi termini Mauro Volpi,
costituzionalista e professore ordinario di Diritto
all’Università degli studi di Perugia, per definire
l’operazione “nuovi voucher” messa in atto attraverso
la presentazione di un emendamento alla manovra
sulla contabilità del governo, che reintroduce, seppure
con altro nome, lo strumento dei buoni lavoro, non
solo per le famiglie, ma anche per le piccole imprese.
Rassegna Professore, perché parla di frode alla
Costituzione?
Volpi Perché siamo di fronte a un’azione senza
precedenti. Appena un mese fa era stato fatto un
decreto legge che abrogava totalmente i voucher. Si è
aspettato che passasse la data prevista per il
referendum e subito dopo si è reintrodotta una forma
di buono lavoro che, al di là di come la si voglia
chiamare, non è nella sostanza diversa dalla
precedente.
Rassegna Secondo lei si è quindi limitato il diritto
democratico al voto?
Volpi Certo, siamo di fronte a un imbroglio, un furto
di democrazia, perché in questo modo viene travolto
il diritto di un milione e 300 mila cittadini che
avevano firmato per votare in quel referendum. E tutto questo è avvenuto senza che vi sia stato
alcun confronto con le parti sociali.
Rassegna Ma al di là del giudizio politico, secondo lei ci sono margini per un ricorso contro
l’operazione?
Volpi Certamente. Ripeto, siamo di fronte a un fatto gravissimo e ha fatto bene il vertice della
Cgil ad annunciare un ricorso alla Corte Costituzionale.
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Qualche nota su G7 di Bari, Fondo monetario
internazionale, Grecia e “levantazzo”
Come è noto si è tenuto a Bari pochi giorni fa l’ultima riunione del G7 economico, attualmente sotto la
presidenza italiana. Il Ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan ha rilasciato
dichiarazioni di soddisfazione e di ottimismo sugli esiti. Il vertice si è concluso con la produzione del c.d.
“Manifesto di Bari per la crescita inclusiva”, che in realtà comprende ben quattro documenti
relativamente esaustivi su aree tematiche cruciali (cfr. “Bari Policy Agenda on Growth and
Inequalities”, “Bari Common Declaration on Fighting Tax Crimes”, “Promoting Best Practices in the
Money or Value Transfer Services Sector – G7 Framework”, “Communiqué – G7 Finance Ministers and
Central banks’ Governors Meeting – Bari, Italy, May 12-13, 2017”, in www.g7italy.it).
di Elena Paparella
Tuttavia, pur non volendo guastare la festa, si ritiene necessaria qualche riflessione sui risultati
dell’incontro a latere sui temi del debito greco che ha visto molto distanti le posizioni del Ministro delle
finanze tedesco Schauble, e del direttore generale del FMI Lagarde, quest’ultima favorevole ad una
ristrutturazione del debito della Grecia nel breve termine, oltre che ad un ridimensionamento degli
obiettivi per i conti pubblici (cfr. A. Merli, Debito greco, il G7 prepara l’accordo all’Eurogruppo, in
Ilsole24Ore, 13 /5/2017).
Le notizie più recenti sulla questione greca riportano di un accordo raggiunto tra governo greco e Troika
in base al quale la Grecia è posta nelle condizioni di dover accettare una serie di dure richieste dei suoi
creditori, pari a 2 punti percentuali di Pil di nuova austerità tra cui tagli alle pensioni, nonché l’aumento
del limite di esenzione fiscale ridotto a 6.000 euro da 8.636 euro, in cambio di una tranche che consentirà
di pagare debiti in scadenza a luglio per 7,5 miliardi di euro. Inoltre l’accordo prevede che, qualora gli
obiettivi prefissati sui conti pubblici dovessero essere raggiunti, sarà consentito un alleggerimento delle
misure di austerità, tra queste le sovvenzioni per gli affitti alle famiglie bisognose per un importo di 1000
euro all’anno e fino a 250 milioni di euro per il sostegno ai minori e ai contributi per acquistare i farmaci
in favore delle fasce di popolazione con redditi bassi, ed anche la contrattazione collettiva per i dipendenti
greci sarà ripristinata a partire dal settembre 2018 (cfr. V. da Rold, La Grecia raggiunge l’accordo con la
troika (FMI compreso), in Il Sole24 Ore, 2 maggio 2017).
Ciononostante, durante i lavori del G7 non sono mancati i riflessi delle perduranti divergenze
sull’impostazione della gestione del debito greco e al di là dello stato attuale dei negoziati – posizioni e
condizioni sono state troppo spesso ribaltate per poter cantare anche solo qualche piccola vittoria – ciò
che preme evidenziare, ancora una volta, è il ruolo svolto dal Fondo monetario internazionale nello
scenario europeo ed internazionale. La presenza, infatti, di un’organizzazione internazionale come il FMI
tra le “principali democrazie industrializzate del mondo” (cfr. www.g7italy.it), sembrerebbe scontata,
tuttavia, se si va oltre la patina delle foto ufficiali splendidamente incorniciate dalla – in molti casi
apparente – amenità dei luoghi, la presenza del FMI in questi summit può in realtà essere decifrata alla
luce del suo consolidato passaggio “da regolatore a parte”, ovvero, nell’opposta prospettiva, può spiegarsi
con il carattere strutturale delle politiche per il debito pubblico di alcuni paesi, e con la conseguente
necessità di far rientrare nell’agenda di queste riunioni di vertice, anche le varie negoziazioni di cui il
FMI, per l’appunto, è parte.
A tale riguardo verrebbe da pensare che, considerata la recente ambientazione del G7 a Bari, qualche
vento favorevole avrebbe potuto spirare e, una volta tanto, favorevolmente ispirare, le parti dell’ormai
consumata diatriba con il governo greco. Chi è nato da quelle parti sa bene che in questa stagione
comincia a soffiare il bellissimo vento di levante, un vento che arriva proprio dalla Grecia, che non è solo
un vento, ma anche un colore verde del mare né calmo né mosso, una declinazione dello stato d’animo,
una luce che rischiara le idee.
Ma per fare chiarezza, sia pure informalmente, sulla Grecia al G7, questa volta il “levantazzo” non ce l’ha
fatta. Quindi, persistono le perplessità sulla legittimità delle funzioni e dei poteri esercitati nella gestione
della crisi del debito alla luce dell’assetto istituzionale dell’Unione europea (cfr. E. Paparella, Su un
(in)certa idea di democrazia: il tentativo di legittimare la Troika, Menabò di Etica e Economia, 2/2/2015;
Id. La “stretta condizionalità” dal Fondo monetario internazionale all’Eurozona: ancora la sovranità in
discussione?, Menabò di Etica e Economia, 16/7/2014) e contestualmente si rafforza il convincimento che
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grecia-e-levantazzo/