QUAND’E’ CHE L’AMBIENTE E IL PAESAGGIO VERRANNO PRIMA DEGLI INTERESSI?
Un piano regolatore divide per sua natura le zone di un territorio comunale in maniera da
stabilire quali debbano essere interessate da attività edificatoria residenziale e quali invece da
destinare ad altre attività come zone commerciali e agricole. Quest’ultima soprattutto gode, in
ogni PRG che si rispetti, di tutele particolari di salvaguardia del paesaggio e dell’ambiente per
mantenere un equilibrio ottimale tra aree libere e aree costruite. L’attività edificatoria in questo
ambito dipende dall’effettivo esercizio di impresa agricola, si costruisce cioè solo se è funzionale
all’attività agricola.
Il PRG del Comune di Fermo ha, già dalla sua prima stesura, importanti vincoli che tutelano le
aree agricole ed è più stringente di quanto prevedano le leggi regionali. Questo però non ha
impedito il sorgere di decine e decine di abitazioni sulle nostre colline proprio in quelle zone che,
per vocazione e per quanto regolato dal PRG, erano e sarebbero dovute restare zone agricole. Il
malcostume di acquistare terreni in zona agricola, costruirci depositi per attrezzi agricoli, ricoveri
per bestiame, silos, serre o costruzioni da adibire alla lavorazione, conservazione e
trasformazione di prodotti agricoli, per poi, dopo dieci anni, cambiarne la destinazione d’uso e
realizzarci delle ville in aperta campagna non è mai finito.
L’amministrazione ha infatti un evidente limite legato al controllo. Da un lato infatti quello che
dovrebbe essere solo un parere sulla richiesta di costruzione di un annesso agricolo da parte
dell’ufficio decentrato della Regione di Fermo per l’Agricoltura, Pesca e Foreste è considerato
invece come vincolante e, di fatto, non attiva i dovuti controlli da parte degli uffici comunali sulle
richieste di costruzione di annessi agricoli. Dall’altro è proprio su queste mancanze che contano i
furbi per realizzare i loro interessi, sanno bene infatti che nessuno controllerà e che, trascorsi 10
anni, potranno chiede il cambio di destinazione d'uso. Due sono le soluzioni possibili: aumentare
i controlli o semplicemente impedire a tutti di cambiare la destinazione d’uso di un manufatto in
terreno agricolo. La seconda soluzione è quella seguita dal Consiglio in data 29/11/16 sia per
ovviare alla mancanza di personale da adibire al controllo sia soprattutto perché si va nella
direzioni di tutelare l’ambiente.
Cosa ancora più indecente il fatto che spesso la realizzazione di tali strutture è avvenuta ed
avviene con i fondi Europei gestiti dalla Regione Marche, fondi che hanno giustamente
sostenuto e promosso la costituzione di imprese agricole. Ragione di tale Programma di
sviluppo rurale (PSR) è promuovere lo sviluppo rurale sostenibile nell'Unione europea (Ue) e lo
sviluppo del settore agricolo per raggiungere un maggiore equilibrio territoriale e ambientale,
che significa anche più competitività e innovazione. Quindi al danno ambientale si aggiunge
anche un danno economico non indifferente, visto che i fondi erogati sono necessariamente
divisi tra i vari progetti e un imprenditore agricolo che ha preso fondi e smette di fare l’agricoltore
per costruire una bella villa in campagna ha tolto risorse a chi imprenditore agricolo lo è davvero
e non solo per il tempo necessario a guadagnare un diritto di edificabilità.
DELIBERAZIONE CONSILIARE COMUNE DI FERMO N. 87/2016:
Nella seduta del novembre 2016 del Consiglio Comunale con una votazione all’unanimità è
stata adottata una delibera che ha corretto e perfezionato l’articolo 58 delle norme di attuazione
del PRG ricomprendendo nelle DISPOSIZIONI GENERALI il divieto assoluto e perenne di
cambio di destinazione d’uso di tutti i manufatti fin ora utilizzati nelle attività agricole.
La proposta arrivava dal Movimento 5 Stelle ed è stata fatta propria dalla maggioranza. Il
Consiglio Comunale ha capito e votato all’unanimità un provvedimento che tiene conto che I
danni al paesaggio ci colpiscono tutti, come individui e come collettività. Uccidono la memoria
storica, feriscono la nostra salute fisica e mentale, offendono i diritti delle generazioni future.
A spingere in questa direzioni forse un’immagine concreta, una piccola azione che qualsiasi
persona fa ogni giorno: guardare fuori dalla propria finestra. Un momento di riflessione che
stimola un ricordo, il ricordo di ciò che era presente davanti a noi e oggi non c’è più . Un prato,
un campo, un parchetto, un’aiuola, qualche albero. Tutto questo verde, d’improvviso scompare
ormai coperto da una densa quantità di cemento viene soffocato, soppresso. Un immagine che
lo scrittore Salvatore Settis lega al suo libro più stimolante “Paesaggio, Costituzione, Cemento“
Un passo importante e decisivo quello del Consiglio Comunale di Novembre, salutato con piena
soddisfazione da tutte le forze politiche e motivo di giusti interventi sulla stampa del sindaco e
degli assessori orgogliosi di avere, con un simile provvedimento, fatto un passo fondamentale
per la salvaguardia del patrimonio agricolo comunale e la tutela della vera attività agricola.
Ulteriore dimostrazione di tale carattere forte e appassionato del Consiglio l’esclusione dal
cambio di destinazione d’uso di tutti i manufatti realizzati successivamente alla data di entrata in
vigore del PRG cioè dal 6 Luglio del 2016.
Una scelta che intacca i progetti di tanti falsi imprenditori agricoli la cui unica ragione di
acquisto dei fondi e di realizzazione di manufatti a servizio dell’attività agricola è quella di
costruire la propria casa di campagna. Una scelta fatta consapevolmente perché il diritto di
cambio di destinazione d’uso è tale solo dopo averlo esercitato e, con un intervento legislativo
che ricomprenda tutto il periodo che segue il 2006, il Consiglio ha dato dimostrazione di capire
che i cittadini onesti da tutelare sono quelli che agricoltori vogliono esserlo davvero e mai
edificherebbero nei propri terreni perché mai si priverebbero di terra da coltivare per far spazio
al cemento.
PROBLEMA:
Il provvedimento ha ricevuto decine di osservazioni di imprenditori agricoli che hanno come
unico interesse quello di cambiare la destinazione d’uso della propria serra o del proprio
frantoio che sono già stati costruiti come fossero delle abitazioni e che mai hanno funzionato o
funzioneranno per il loro scopo.
Il Consiglio Comunale ora ha il dovere di tenere fermo quanto è stato votato all'unanimità il
29/11/2016 anche per dare coraggio ai tanti giovani che vorranno andare a lavorare
seriamente in campagna e ai veri agricoltori che oggi, nelle zone terremotate, vivono in tenda o
container pur di dare un senso e dignità al loro lavoro e alla loro vita.
DOMANDA:
Il Consiglio di giovedì prossimo sarà chiamato a confermare quanto espresso a Novembre.
Verrà finalmente restituita dignità a quanti sono davvero imprenditori agricoli?
Verrà impedito che i fondi destinati dalla Regione Marche agli imprenditori siano ripartiti tra
quanti agricoltori lo sono davvero e quanti tentano strade secondarie per ottenere di edificare in
zone che sono tutelate da questi stessi piani di sviluppo agrario?
Se non dovesse essere confermato il testo della delibera approvata a Novembre i falsi
agricoltori avrebbero gioco facile a realizzare la propria villa in campagna. Ma il punto è: si
configura un reato se si dimostrasse che l’utilizzo degli annessi agricoli fatto fin qui dal “finto”
imprenditore agricolo non è affatto quello per cui si è chiesta la costruzione? Sarebbe
appropriazione indebita quella degli eventuali fondi ottenuti per realizzarli?
Marco Mochi
Consigliere Movimento 5 Stelle Fermo
Mirko Temperini
Consigliere Movimento 5 Stelle Fermo
Stefano Fortuna
Portavoce Movimento 5 Stelle Fermo