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Cedolare secca piace a due milioni di contribuenti!

cedolare-seccaLa flat tax tanto sbandierata, invocata da alcune forze politiche è nei fatti una realtà nella deroga alle aliquote Irpef.

Negli ultimi anni si è via via consolidata una tendenza a “sottrarre” all’imposta sui redditi alcune tipologie di attività. Dapprima con sospetto e fare incerto per il timore di minori incassi per il fisco, oggi con i dati alla mano si può dire che lo Stato ci ha guadagnato.

Una delle tipologie più evidenti delle tasse “piatte” è il sensibile successo della cedolare secca sulle locazioni abitative, nelle due soluzioni 21% e 10% per i contratti a canone concordato.

La seconda opzione al 10% per i contratti a canone concordato di 3 anni più 2 ha riscosso un gradimento crescente arrivando ad essere utilizzata da 2.000.050 contribuenti con un gettito di imposta di 2.068 mln di euro e un imponibile sottratto all’imposta progressiva di soli 11.241 euro. Un successo per le casse del fisco che consiglierebbero al legislatore una proroga dell’imposta anche oltre la scadenza del 31.12.2017.

Verrebbe tra l’altro da ipotizzare, visto il successo della tassa piatta sulle abitazioni, una estensione anche ad altre tipologie di contratti, così come da tempo chiedono alcune associazioni della proprietà, così da testare il potenziale rilancio delle locazioni commerciali anche attraverso lo strumento fiscale, che come si è dimostrato non comporta perdite di incassi per il fisco, ma nazi fa emergere il nero se esiste e spinge ad una maggiore fedeltà il contribuente, sentendosi meno tartassato.

r.p.